Turbativa d’asta e truffa legata alla gestione dei rifiuti della miniera nel 2010. Sono queste le ipotesi di reato che hanno portato a una serie di perquisizioni alla Carbosulcis, società della Regione che gestisce le miniere di carbone di Nuraxi Figus, nel Sulcis. Le perquisizioni sono state disposte dalla procura di Cagliari e legate a vari filoni d’inchiesta. In particolare si indaga sull’ampliamento della discarica in cui venivano smaltite le ceneri prodotte dall’impianto Enel di Portovesme e sulla gestione dei rifiuti nel 2010.
Nella lente degli inquirenti, le gare d’appalto relative all’ampliamento della discarica e alla gestione delle ceneri. In mattinata sono stati acquisiti documenti cartacei, supporti multimediali e memorie nei server. Gli inquirenti si sono recati stamattina negli uffici dell’azienda. Disposte perquisizioni anche in alcune società assicurative collegate sia a Iglesias che a Cagliari (ma anche nella Penisola e all’estero). In particolare alla Fin Invest, riconducibile a Enrico Oppi (nipote di Giorgio, leader dell’Udc sardo) e alla Gba, società di brokeraggio di Nino Granara, ex presidente del Parco Geominerario. Al lavoro i carabinieri della Compagnia di Iglesias coordinati dal capitano Nicola Pilia, i colleghi del Nucleo investigativo del comando provinciale di Cagliari e gli uomini del Nucleo operativo ecologico dell’Arma.
Ma le indagini condotte dai carabinieri di Iglesias non sarebbero le uniche. Negli uffici della Carbosulcis, infatti, si è presentata un’altra forza di polizia incaricata dalla Procura per acquisire documentazione. Mentre la Guardia di finanza è andata negli uffici di Granara alla ricerca di altri documenti. Dunque, sarebbero tre i filoni d’inchiesta separati che avrebbero come denominatori comuni la Carbosulcis e le società che hanno lavorato con l’azienda