Una beffa cucinata (si spera involontariamente) in coppia dai tecnici del Comune di Olbia e la Commissione assessoriale dell’Autorità di Bacino. Una cartografia che indicava le aree allagate (e non solo quelle che presentano un rischio idrogeologico) e non quelle alluvionate, ha imposto un vincolo di inedificabilità assoluto su gran parte della città. Una notizia paradossale nel giorno in cui Cappellacci in scadenza di campagna elettorale approva un Pps (Piano paesaggistico dei sardi) senza Valutazione ambientale strategica. Se le cose non cambiano, a Olbia non varranno Pps (o ex Ppr) né Piano Casa, perché su 700 ettari dentro la città e su 25 mila ettari nell’agro esiste un vincolo di inedificabilità assoluto. Alla base ci sarebbe la più classica delle sviste nella consegna delle carte, illustrata in una conferenza stampa dalla giunta comunale di Olbia presieduta dal sindaco, Gianni Giovannelli.
Una vecchia cartina e la denuncia dell’opposizione: poi lo scivolone davanti all’Autorità d’Ambito
Il caos denunciato dall’opposizione in consiglio comunale, con Forza Italia e Riformatori in prima fila, nasce sulla base degli atti inoltrati alla Regione dopo pochi giorni dall’alluvione che ha colpito Olbia e la Gallura il 18 novembre del 2013. Le “carte speditive”, che fotografavano la situazione della città con le zone interessate dall’alluvione, viene spedita il 6 dicembre 2013 a Cagliari su sollecitazione dell’Autorità d’Ambito di Bacino del distretto idrografico. Ma la carta non è quella giusta. “La cartografia doveva essere adeguata con le zone di interesse per il rischio idrogeologico sulla base del Pai (Piano di assetto idrogeologico, ndr) – spiega Giovannelli – posto che le norme più vincolistiche denunciate sarebbero state adeguate al reale stato del rischio idrogeologico”. In pratica a Cagliari arriva una cartina vecchia, che indica in modo approssimativo tutte le zone colpite dall’evento alluvionale, ma non per forza quelle a rischio idrogeologico. Un pasticcio che trova sponda involontaria nell’assenza di informazioni utili da parte degli assessori regionali che siedono nella Commissione competente.
Gli assessori vistano la cartina sbagliata: vincoli di inedificabilità in quasi tutta Olbia
Così la frittata è fatta. Il 31 gennaio si riunisce il Comitato interassessoriale dell’Autorità di Bacino, che costituisce organo politico affiancato a quello tecnico costituito dall’Adis (Agenzia distretto idrografico della Sardegna). Mancano Cappellacci e Biancareddu. Cappellacci ha altri impegni, ma l’assenza che pesa è quella di Biancareddu. Assessore all’Ambiente, con competenza diretta e, soprattutto, gallurese, ancorché di Tempio. Sono invece presenti Antonello Liori, Angela Nonnis e Oscar Cherchi. L’unica che ha una competenza è la Nonnis, assessore ai Lavori pubblici, che non si accorge di nulla. “Potevano darle in mano una cartina di Torino e sarebbe stato lo stesso”, osserva Giorgio Spano, presidente della Commissione Urbanistica del Comune di Olbia. Fatto sta che la cartina sbagliata è stata consegnata dai tecnici dell’assessorato di Olbia, anche se le successive rettifiche degli assessorati passano inosservate sia ai tecnici che ai politici della Regione. “Il centrodestra strumentalizza e tace delle competenze della parte politica all’interno dell’Autorità d’Ambito della Regione – osserva Carlo Careddu, assessore comunale all’Urbanistica – perché noi in data 21 gennaio abbiamo presentato uno studio di compatibilità idraulica con la richiesta contestuale di riperimetrare le zone colpite da alluvione, dando mandato agli uffici tecnici del Comune di inviare nuovi indirizzi alla variante al Piano di assetto idrogeologico”.
Si cerca la salvezza in corner: nuovi documenti ma deciderà il prossimo governo regionale
Al di là del rimpallo di colpe, la realtà dice che se allo stato, e sulla base della cartina errata, i vincoli di inedificabilità riguardano 700 ettari in città e 25 mila ettari nell’agro, sulla base della nuova cartografia i vincoli si ridurrebbero a 525 ettari in città e nell’agro corrisponderebbero esclusivamente a vincoli lungo le fasce fluviali. Il che fa tutta la differenza del mondo. Il Comune ha poi chiesto l’apposizione dei vincoli per un massimo di 8 mesi in attesa che il Consiglio comunale, sulla base dello studio di assetto idrogeologico, ponga su quelle aree individuate dei vincoli urbanistici di inedificabilità. “Il Piano Casa scade il 29 novembre di quest’anno – spiega Vanni Sanna, presidente del Consiglio comunale – dunque si possono comunque presentare le domande, che nel frattempo verranno sospese; ma così non si perderanno i diritti”. In attesa che il Comitato assessoriale dell’Autorità di Bacino analizzi altre carte. Così si spera di salvare ambiente ed edilizia. Due voci che a Olbia, negli ultimi 20 anni almeno, non sono andate molto d’accordo.
Giandomenico Mele