Cani randagi come compagni di cella: prove di rinascita nel carcere di Cagliari

Coi cani in cella. Con gli amici a quattro zampe nel penitenziario, fianco a fianco, per provare a costruire una nuova vita. È questo l’obiettivo di un progetto che sta prendendo forma nel carcere di Cagliari-Uta. Si chiama ‘Usciamo dalle gabbie’. Sarà compito dei detenuti prendersi cura dei cani, giorno e notte.

La notizia è stata pubblicata oggi sul quotidiano La Stampa. Si tratta di un progetto che in Italia non ha precedenti, solo in America è già stato sperimentato. Per il quotidiano di Torino lo ha raccontato Nicola Pinna, a cui il direttore della casa circondariale, Marco Porcu, ha detto: “Sarà un’occasione strepitosa per creare nuovi rapporti affettivi. In un luogo in cui le relazioni sono limitate dalla pena, cani e detenuti potranno costruire un legame che di certo sarò di aiuto. Non solo per il reinserimento sociale, ma anche per la creazione di una nuova opportunità di lavoro per chi si appresta a tornare in libertà”.

Bisognerà essere un detenuto modello per avere il privilegio di vivere tutto il giorno insieme a un cane, rigorosamente randagio, per fare del bene sino in fondo. O un trovatello rinchiuso in un rifugio. “Chi sarà selezionato per ottenere un cucciolo in affidamento – spiega ancora il direttore del carcere -, seguirà anche un corso e così diventerà istruttore cinofilo”. E gli allenamenti saranno fatti nell’ampio giardino del penitenziario, offrendo ai detenuti l’occasione per stare nel cortile oltre la canonica ora d’aria.

“Per chi si ritrova da solo all’interno di una cella questa è una strada per il riscatto – dice ancora Porcu a La Stampa -. Con un cane è come se un detenuto potesse costruire una relazione che finora qui non era possibile. Quello tra i detenuti e gli animali, tra l’altro, è un legame solitamente molto forte e non è un caso che alcuni chiedano di incontrare il proprio cane durante il colloquio con i familiari”.

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