“L’invecchiamento della popolazione e il crollo demografico in Sardegna sono talmente ampi che neppure la componente immigrata riesce a compensare questo fenomeno”. Così la consigliera regionale di parità Tiziana Putzolu, che ha curato il Dossier statistico immigrazione 2023 del centro studi e ricerche Idos in collaborazione con l’assessorato del Lavoro della Regione, ufficio della Consigliera di parità della Sardegna e Università di Cagliari.
“Il fenomeno migratorio è arrivato a una fase matura: abbiamo registrato nel corso dell’ultimo anno una leggera crescita dello 0,4%, sono circa 48mila gli immigrati residenti e stabili in Sardegna, in miglioramento sugli anni della pandemia dove abbiamo registrato un crollo anche del 5%”.
L’analisi dei dati non è confortante ma lascia qualche speranza, “anche i nuovi nati tra gli immigrati non sono tantissimi – aggiunge la consigliera a margine della presentazione pubblica del rapporto – parliamo di un 4% di nuovi nati, pari a 380 bambini su 8mila nuovi nati in Sardegna: è una fiammella flebile per il futuro, perché si cominciano a vedere i bambini nati in Sardegna nelle scuole materne, e questo ci fa ben sperare che ci siano famiglie che si stabiliscono e si integrano qui”.
A pesare sul calo demografico della Sardegna, secondo i dati, resta soprattutto la bassa natalità: nel 2022 si sono registrati 7.695 nuovi nati, di cui 338 da genitori stranieri (dati entrambi in calo rispetto agli anni precedenti), appena il 4,4% sul totale, inferiore alla media nazionale del 14,1%. Ma a differenza degli italiani, per cui nel 2022 il saldo naturale è risultato negativo (-13.057), il saldo naturale degli stranieri è rimasto positivo (+228) per effetto del numero ancora molto contenuto di decessi (110 unità). La componente maggiore proviene dal continente europeo, è femminile e arriva dalla Romania (23%), e in Sardegna svolge attività del lavoro di cura. La seconda componente arriva dal Senegal (9,9%), segue il Marocco (8,5%) e la Cina (6,6%).
“Sono comunità che emigrano in maniera diversa – spiega Putzolu – c’è l’immigrazione al femminile, prevalentemente europea, e quella maschile, prevalentemente africane e parte del Bangladesh, mentre asiatici, cinesi e maghrebini emigrano in coppie o famiglie. Questo significa che gli stili migratori sono diversi e non si può fare di tutta l’erba un fascio”. La distribuzione sul territorio degli immigrati vede una maggiore concentrazione in provincia di Sassari (20.603, pari al 42,4% del totale), dove si registra anche la maggiore incidenza di stranieri sulla popolazione residente (4,4%); segue la Città metropolitana di Cagliari (15.103, incidenza 3,6%), la provincia del Sud Sardegna (5.376, 1,6%), quella di Nuoro (4.607, 2,3%) e infine quella di Oristano (2.928, 2%). (Ansa)