Calangianus, cavalla denutrita lasciata morire: “Nuvola uccisa dalla burocrazia”

“Quanti animali ancora devono morire per colpa di un sistema che non funziona?”. E’ l’interrogativo che si pone l’associazione Progetto Islander Onlus denunciando la morte di una cavalla, Nuvola, a Calangianus: l’animale sarebbe morto perché denutrito. “Questo è l’ennesimo caso, l’ennesimo animale che per colpa della burocrazia, per colpa di un sistema troppo lento, per colpa della mancanza di normative chiare ed oggettive sul maltrattamento animale, è stato lasciare morire da solo”, sottolineano dall’associazione che raccontano quanto accaduto.

“Calangianus, riceviamo la segnalazione a metà agosto. Si reca sul posto Nicole Berlusconi, residente dell’associazione Progetto Islander Onlus, insieme a una veterinaria e ad altri volontari – raccontano. All’interno di un terreno una cavalla gravemente denutrita, i passanti sono abituati a portarle del cibo ogni tanto perché, a quanto dicono, il suo proprietario non se ne occupa. Proviamo a parlare con il proprietario, non ci permette di visitare la cavalla, né di fare esami di approfondimento”.

A qual punto l’assoaciazione si rivolge alle forze dell’ordine: “Segnaliamo alle autorità competenti, Carabinieri Forestali e Asl, ai quali era già stata fatta la segnalazione un anno prima da parte del vicinato -precisano – Richiediamo un intervento urgente rendendoci disponibili per prendere in custodia giudiziaria la cavalla, intanto troviamo lo stallo. Passano i giorni, le settimane, troviamo anche l’adozione definitiva, insieme al nostro avvocato sollecitiamo l’intervento. Le autorità però decidono di non effettuare il sequestro, nonostante ci fossero tutti i presupposti per farlo, ma convincono il proprietario a cedere la cavalla. Lui accetta, ma i documenti non sono in ordine, la cavalla in banca dati non risulta essere in quel luogo, il passaporto è da sistemare”.

Un intoppo che mette in pericolo l’animale: “Passa un mese. Comunichiamo che la
cavalla sta peggiorando – raccontano dall’associazione – è sempre più magra, passa più di un mese di solleciti, infine la notizia: la cavalla è morta”.

L’associazione si rammarica “questo è solo l’ultimo dei tantissimi cavalli che avremmo potuto salvare. Un altro dei casi in cui potevamo provarci ma non ci è stato possibile farlo perché non ce lo hanno permesso. Non possiamo più permettere che qualcuno, autorità comprese, ci impedisca di salvarli – denuncia l’associazione – Oltre ad essere vittime dei proprietari, questi animali sono anche vittime delle istituzioni, vittime di un sistema che non funziona. Sono
vittime che chiedono giustizia”.

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