Il prezzo del latte pagato ai pastori scende sotto lo 0,90 centesimi e Coldiretti punta il disto contro la Regione, “rea” di avere abdicato al suo ruolo di intermediazione “garantendo un confronto leale e paritario tra mondo della trasformazione e produzione”. Così l’associazione ha disertato gli incontri del gruppo ristretto per la costituzione dell’Organismo interprofessionale convocato dall’assessore all’Agricoltura.
Le motivazioni che hanno spinto l’organizzazione ad abbandonare il tavolo sono contenute in una lettera inviata al governatore Francesco Pigliaru: “in questo momento sono altre le priorità – scrive Coldiretti – Ai pastori i trasformatori stanno proponendo per l’annata che sta per cominciare dei contratti con dei prezzi di remunerazione del latte vergognosi e impronunciabili”. Il presidente Battista Cualbu e il direttore Luca Saba sottolineano che “i produttori non possono essere lasciati soli dalle istituzioni, in balia di una classe di trasformatori che nega le basi fondamentali di ogni rapporto”.
E attaccano la Regione perché lo scorso anno avrebbe mancato di esercitare il proprio ruolo, “quando sulla base di previsioni quantomeno fantomatiche, i trasformatori parlavano di una sovrapproduzione di latte di addirittura 100 milioni di litri rispetto ai 330 milioni dell’annata precedente. Produzione che invece si è fermata a 286 milioni. Questi dati – denunciano i due dirigenti di Coldiretti – testimoniano che la sovrapproduzione di Pecorino romano non è imputabile ai produttori ma all’incapacità di programmare le produzioni da parte di cooperative e industriali privati”.
La replica della Regione. “Sono sorpresa dall’atteggiamento dei vertici di Coldiretti nei confronti del percorso di riorganizzazione del comparto che la Regione sta accompagnando in questi mesi”. Così l’assessora dell’Agricoltura Elisabetta Falchi replica all’associazione che ha disertato i tavoli per la costituzione dell’Organismo interprofessionale.
“Il senso di responsabilità ci spinge a tener conto delle giuste istanze che provengono dal mondo degli allevatori ovini, in gran parte rappresentati proprio da Coldiretti, e che riguardano una maggiore trasparenza delle dinamiche produttive e commerciali del comparto – sottolinea l’esponente della Giunta – Sorprende ancora di più che oggi, quando il Gruppo di lavoro dell’organismo interprofessionale ha valutato alcune iniziative che rispondono proprio all’esigenza di trasparenza dei dati produttivi, il rappresentante al tavolo di Coldiretti abbia deciso di non partecipare. Abbiamo concordato sull’importanza di sollecitare il Ministero affinché estenda al latte ovino il decreto che obbliga gli acquirenti di latte bovino a comunicare entro un mese la quantità di latte conferito dai produttori.
Inoltre è stato previsto che, già all’atto della costituzione dell’Organismo prevista a fine mese, gli aderenti debbano produrre anche i dati relativi alla produzioni di formaggio, distinti per tipologia”. Falchi ricorda che l’Organismo interprofessionale “era stato evocato da Coldiretti come strumento indispensabile a risolvere i problemi di trasparenza del comparto già nell’aprile 2015” e che sul prezzo del latte si sta lavorando perché “nella prossima campagna si stabilizzi a livelli superiori di quelli denunciati”.