Non solo massaggi sui lettini, quelli più classici. I clienti dei due centri estetici messi sotto sequestro ieri a Cagliari potevano chiedere anche altro. Ma adesso l’indagine della Squadra Mobile, che dura da mesi, si sta allargando e potrebbe riservare nuovi colpi di scena: altri due finti istituti di bellezza sarebbero nel mirino.
Dunque non è solo in via Santa Gilla e in viale Marconi che i massaggi potevano convertirsi in qualcos’altro, lì dove sette ragazze cinesi lavoravano ogni giorno. Insieme a loro anche un’estetista italiana. Il giro dei finti centri di benessere sarebbe più ampio, tanto che la Mobile di Cagliari avrebbe già individuato altre due strutture non in regola, racconta oggi L’Unione Sarda in edicola.
Al momento si sa soltanto che le due strutture sigillate erano gestite entrambe da imprenditori di Pechino. Ma se in viale Marconi c’era anche un’estetista italiana, in via Santa Gilla gli agenti hanno trovato soltanto le ragazze cinesi. Insomma: il sospetto degli investigatori è che quei centri servissero solo a regalare ai clienti prestazioni sessuali a pagamento.
Insomma, alla Polizia è sempre più chiaro una schema: in Italia la prostituzione cinese sta prendendo piede velocemente. Ma con modalità differenti: non ragazze in strada, piuttosto prestazioni a pagamento in locali chiusi. Come i finti centri estetici appena scoperti. E chissà quanti sono davvero quelli aperti non solo a Cagliari, ma in tutta l’Isola.
