Quasi come Ostuni. Gli edifici scolastici cadono a pezzi e anche Olbia ne fa le spese. Ieri pomeriggio una lampada si è staccata dal soffitto in una classe ospitata all’interno dell’istituto dei Salesiani, nel quartiere di Poltu Cuadu nel capoluogo gallurese. Nel momento in cui la lampada si è staccata dal soffitto, i bambini di una prima elementare, che di solito occupano l’aula, avevano appena lasciato l’edificio. Per una fortunata casualità nessun bambino è dunque rimasto ferito.
Scuola chiusa per due giorni. Dopo la caduta della plafoniera sistemata a ridosso della porta di ingresso, nell’ex istituto dei Salesiani, che ospita le classi che hanno lasciato il plesso di Maria Rocca dopo l’alluvione del 18 novembre 2013, sono intervenuti sul posto i vigili del fuoco di Olbia. I rilievi tecnici sono stati condotti anche dai tecnici comunali e si è deciso di chiudere la scuola per almeno due giorni per mettere in sicurezza l’edificio. Secondo i primi riscontri condotti da vigili del fuoco e tecnici comunali sul posto, in seguito al crollo, a provocare la caduta della plafoniera sarebbe stato il cedimento di alcuni tasselli che mantenevano l’apparecchio fissato al soffitto. La scuola è a tutti gli effetti stata dichiarata inagibile e non riaprirà fino a quando non sarà garantita la più assoluta sicurezza.
I “Salesiani”, un edificio ristrutturato di recente. La struttura dei Salesiani era stata ristrutturata di recente, per consentire di ospitare gli alunni della scuola primaria di Maria Rocca, che hanno iniziato a frequentare le lezioni nel nuovo edificio lo scorso gennaio. L’edificio dove un tempo si trovava un ospizio, utilizzato per anni dai Salesiani, era stato inaugurato lo scorso 29 gennaio, da quando ospita i circa 200 studenti della scuola primaria e della prima infanzia. La struttura ospita anche delle classi nelle quali si svolgono dei corsi di formazione professionale. L’amministrazione comunale aveva speso una cifra vicina ai 500 mila euro per completare i lavori di ristrutturazione e arredare le aule destinate all’insegnamento.
Giandomenico Mele
Foto Ansa