Bufera sul Brescia: indagato Massimo Cellino insieme ad altre 24 persone, 8 punti di penalità al club

L’ex patron rossoblù Massimo Cellino è indagato. L’inchiesta condotta dalla Guardia di Finanza ha colpito il Brescia calcio e 25 persone tra fisiche e giuridiche. Il cuore delle contestazioni è rappresentato da una rete di società fantasma, crediti fiscali inesistenti e l’uso illecito degli stessi per coprire contributi e imposte. Le Fiamme Gialle hanno eseguito perquisizioni nella sede del club e notificato avvisi di garanzia nell’ambito di un’indagine per riciclaggio e reati tributari, connessi alla compravendita di crediti d’imposta mai realmente esistiti.

Nel mirino della Procura anche l’ex presidente del club e imprenditore sardo, e il commercialista Marco Gamba, già consulente del Brescia Calcio durante l’acquisizione dei crediti d’imposta poi rivelatisi fittizi. Quei crediti, secondo l’accusa, sarebbero stati utilizzati dalla società sportiva per compensare i versamenti di contributi relativi ai mesi di febbraio e aprile.

Un’operazione che ha avuto un impatto devastante sul piano sportivo: il club lombardo ha infatti subìto una penalizzazione di otto punti, che ha comportato la retrocessione in Serie C. Secondo la ricostruzione della Guardia di Finanza, l’indagine ha consentito di smascherare un sofisticato schema fraudolento: grazie all’utilizzo di società prive di sedi operative, rappresentate da soggetti con precedenti penali per reati fiscali, sarebbero stati generati falsi crediti d’imposta per oltre quattro milioni di euro.

Questi crediti sarebbero poi stati ceduti, tramite un’ulteriore società veicolo, a più soggetti giuridici — tra cui appunto il Brescia Calcio — per alleggerire il carico fiscale e contributivo. Tra le società coinvolte figura anche la Alfieri, con sede dichiarata a Milano in via Montenapoleone: secondo gli inquirenti, l’impresa sarebbe stata priva di autorizzazioni per operare nel settore finanziario e sprovvista di un’effettiva struttura imprenditoriale. A completare il quadro, emerge anche il coinvolgimento di uno studio di professionisti attivi nel territorio bresciano, che avrebbe giocato un ruolo chiave nel confezionamento e nella gestione dei crediti fittizi

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