Brotzu, un intervento raro sul cervello: rimosso un trombo in maniera diretta

L’intervento è di rara esecuzione in tutto il mondo: si chiama trombectomia meccanica venosa e consiste nella rimozione diretta del trombo dal cervello. In Sardegna è stato portato a termine per la prima volta al Brotzu di Cagliari da Simone Comelli, direttore della struttura complessa di Neuroradiologia e Radiologia interventistica vascolare, e dalla sua équipe. L’operazione non era in programma. Il paziente trattato a fine agosto, un uomo di 61 anni, si era prima presentato al pronto soccorso dell’Azienda ospedaliera con una sintomatologia sospetta per ischemia cerebrale. Dagli esami è emersa la chiusura di due terzi dei sistemi collettori del cervello (seni venosi) e in più la presenza di una fistola artero venosa: due fattori che non permettevano al sangue destinato all’encefalo di defluire correttamente.

Il peggioramento rapido delle condizioni ha convinto Comelli e la sua squadra a optare per la trombectomia meccanica venosa, una soluzione più aggressiva rispetto alla classica terapia farmacologica anticoagulante che avrebbe richiesto del tempo prima di sortire effetti. La procedura è delicatissima: attraverso la puntura della vena giugulare, con dei cateteri ideati per poter aspirare il materiale trombotico, vengono raggiunti i seni venosi del paziente, fino a renderli idonei al passaggio dei fluidi. Al risveglio le condizioni cliniche sono apparse subito migliorate. Risultato: fistola chiusa, drenaggio venoso nuovamente nella norma. Pochi giorni di ricovero e il paziente è stato dimesso praticamente asintomatico. Negli ultimi due anni l’Interventistica vascolare del Brotzu ha trattato tantissimi casi, passando dalle 30 ischemie del 2017 alle 110 del 2020. A questi si aggiungono i 60 aneurismi trattati ogni anno e le 30 malformazioni vascolari. Comelli fa anche notare che “la natura urgente delle patologie trattate ha permesso di mantenere costante l’attività lavorativa durante il lockdown per l’epidemia da Covid, laddove molti altri settori della sanità hanno dovuto rallentare”.

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