La Neuroriabilitazione del Brotzu, già da tempo in affanno per la carenza di personale d’assistenza, è stata chiusa già da circa tre mesi. Con la conseguenza di far confluire i pazienti in vari centri pubblici e privati dell’Isola. “Un dramma per i pazienti cerebrolesi sardi”, denuncia Attilio Carta di Uil-Fpl, che parla di situazione ormai insostenibile. I pazienti hanno bisogno di una assistenza di alto livello costante e qualificata e anche per i loro familiari il disagio ha iniziato a essere sempre più forte. Del resto, tra i danni della situazione del Covid-19 c’è anche quella di aver diminuito l’assistenza per patologie importanti come quelle cardiopatiche, tumorali e neurologiche.
“Ben venga anche la collaborazione col “privato” – scrive il sindacalista in una nota -, purché sia solo integrativa e mai sostitutiva”. “Non bastasse – aggiunge -, dopo la discutibile “commistione” con pazienti ortopedici post operati e il focolaio di infezione da Covid-19 innescatovisi travolgendo pazienti e personale ad essi dedicato, la Neuroriabilitazione del Brotzu è chiusa. Non si sottovaluti nemmeno che la “location” ideale di tale reparto, a maggior tutela del paziente, sarebbe dove, per garantire il percorso neurologico completo, siano presenti specialità quali stroke-unit, neurochirurgia, rianimazione, radiologia interventistica e così via, che, più di altri, il presidio San Michele può garantire. Non è più accettabile tergiversare ancora su tematiche sanitarie e di tale portata sociale. È ora che ognuno si assuma le proprie responsabilità – conclude Carta – e si rassicurino i cittadini con impegni certi e realistici, sgombrando il campo quindi da ogni eventuale tentazione propagandistica”.