C’è anche un bronzetto nuragico il cui valore potrebbe essere di svariate decine di migliaia di euro tra gli oltre 1.200 reperti archeologici, per la maggior parte monete di bronzo, sequestrati tra Oristano, Terralba, Uras e Marrubiu dai carabinieri del Nucleo tutela patrimonio culturale di Cagliari. I dettagli dell’operazione, coordinata dalla Procura di Oristano e portata a termine con la collaborazione dei militari del Comando provinciale, sono stati illustrati dal maggiore Paolo Montorsi, comandante del Nucleo, e capo provinciale Domenico Cristaldi. L’indagine è scatta nell’ottobre 2019 a seguito di un monitoraggio su Internet che aveva permesso di individuare un uomo di Terralba, il quale aveva messo in vendita reperti archeologici. La perquisizione della sua abitazione aveva portato al sequestro di 140 reperti e alcuni metal detector e alla individuazione di altre quattro persone coinvolte nella ricerca e nei traffici clandestini di materiale archeologico.
Lunedì scorso, a Uras, nell’abitazione di un 47enne originario di Terralba, uno dei quattro finiti nel mirino dell’Arma, sono stati ritrovati anche tre fucili e una pistola, e diverse
munizioni. Nei suoi confronti è scattato l’arresto per detenzione illegale di armi. Dopo l’udienza di convalida, il giudice gli ha concesso l’obbligo di dimora. Il bronzetto nuragico, del quale deve essere ancora accertata l’autenticità, è stato ritrovato invece in un’abitazione dell’agro di Oristano. Per il proprietario è scattata la denuncia per ricerche clandestine e impossessamento illecito di beni culturali di proprietà dello Stato. Trovate anche alcune mappe dei siti archeologici della provincia di Oristano che venivano utilizzate per le ricerche clandestine. Secondo gli accertamenti dei militari, i denunciati operavano in particolar modo nelle campagne dell’Alto Oristanese. Per evitare di essere in qualche modo individuati, lavoravano soprattutto di notte, col volto mascherato e si spostavano in bicicletta, per fare meno rumore possibile.