Braccio di ferro a Sassari tra Comune e Abbanoa. L’amministrazione comunale, guidata dal sindaco Nicola Sanna (Pd) è intervenuta nei giorni scorsi per bloccare lo slaccio dalla rete idrica nei confronti di tre condomini di via Pozzomaggiore dove vivono 57 famiglie, tutte assegnatarie di alloggi popolari. Il gestore unico aveva deciso di interrompere l’erogazione dell’acqua a causa di una morosità che ammonterebbe a circa 160mila euro. Una decisione improvvisa che, giunta nel pieno della stagione estiva, aveva suscitato feroci proteste.
Talmente tante da indurre il sindaco Nicola Sanna e l’assessore alle Politiche della casa Ottavio Sanna a fare la voce grossa nei confronti dell’amministratore delegato di Abbanoa Alessandro Ramazzotti. “Abbiamo fatto presente – spiega il sindaco – che tale provvedimento non era sostenibile e che avrei subito emesso una ordinanza contingibile e urgente, idonea a prevenire problemi di carattere sanitario”. Abbanoa, da parte sua, ha risposto a stretto giro di posta affermando che il Comune è estraneo al rapporto gestore-utente e che le ordinanze comunali mirate a impedire gli slacci sono da considerarsi illegittime in base a diverse sentenze del Tar.
“Il condominio di via Pozzomaggiore – spiega la società – ha accumulato una morosità di 160mila euro esclusivamente a causa dell’ininterrotto mancato pagamento delle fatture dal 2011 a oggi: una media di due fatture l’anno con importi medi annui di 147 euro per unità abitativa. Sono seguiti innumerevoli solleciti e preavvisi di slaccio. Ma dal 2011 a oggi, nonostante una regolare fatturazione, non è stato effettuato alcun pagamento. Lo scorso 27 luglio i nostri tecnici hanno eseguito un sopralluogo assieme ai referenti comunali per verificare la possibilità tecnica di realizzarli. L’impianto interno al condominio, però, è risultato completamente non a norma (dal posizionamento della cisterna alle rastrelliere dei contatori interni). Sono state prospettate alcune ipotesi che, comunque, sono percorribili soltanto dopo aver avviato un percorso di regolarizzazione: pagamento del 40 per cento e dilazione del resto dell’insoluto come previsto dal regolamento”.
Gli sviluppi della vicenda sono totalmente imprevedibili. E c’è il serio rischio che tutte queste famiglie vengano nuovamente private dell’erogazione dell’acqua. Perché Abbanoa, dopo aver riallacciato in via provvisoria le utenze alla rete, ha mantenuto aperta la procedura per un nuovo slaccio qualora non venga versato almeno il 40 per cento del dovuto. Il consigliere comunale Simone Campus (Pd), tra i primi a segnalare la situazione, propone di risolvere la querelle con un piano di rateizzazione individualizzato.
“Da parte di queste famiglie c’è la volontà di pagare il debito: mi risulta che hanno raccolto 4.000 euro che sono una cifra distante dai 28.000 euro richiesti, ma pur sempre un segno tangibile di voler pagare, per poi arrivare ad una mediazione. Abbanoa non è in grado di gestire il disagio sociale – afferma Campus -, non è loro competenza, per questo serve un intervento dell’assessore Paolo Maninchedda e di Nicola Sanna come presidente dell’ente di governo dell’acqua, perché bisogna accelerare sul bonus idrico, una quota di consumi per le persone più deboli da finanziare attraverso un fondo messo a disposizione dei Comuni e alimentato da una quota della tariffa”.
Abbanoa, interpellata riguardo alle possibili soluzioni dalla vicenda, ci tiene a precisare il ruolo che possono avere le amministrazioni comunali. “Spetta ai Comuni occuparsi delle situazioni di difficoltà economiche nei propri territori – spiegano dai vertici dela società -. Per questo motivo Abbanoa ha proposto la creazione di un fondo di solidarietà. Il fondo, infatti, sarà gestito dalle amministrazioni locali tramite i propri Servizi sociali che potranno individuare le famiglie da sostenere economicamente nel pagamento del Servizio idrico integrato. Il bonus idrico si aggiungerà agli attuali strumenti di agevolazione previsti dal regolamento: tariffe agevolate per famiglie no tax o numerose, piani di dilazione fino a sessanta rate in base al reddito. L’obiettivo del gestore unico – conclude la società – anche a tutela di tutti coloro che pagano, è quello di fare una netta distinzione tra chi non vuole pagare il servizio garantito e chi invece si trova realmente in situazione di disagio economico”.
Michele Spanu
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