Bombe tra gli arbusti, a Macomer una discarica militare abusiva

Una piccola discarica di rifiuti militari a cielo aperto nelle campagne a nord di Macomer. Si trova nella scarpata sotto la via sterrata che, chiusa da un cancello col lucchetto ma facilmente raggiungibile a piedi da altri ingressi, conduce al luogo delle esercitazioni armate della Brigata Sassari, arrivando dalla strada comunale che collega Macomer a Tamuli e al Monte di Sant’Antonio.

Tra gli arbusti, centinaia di bombe a mano, esplose e maldestramente nascoste in un fossato, fra le quali le più riconoscibili corrispondono al modello S.R.M.C. Mod. 35, mentre altre sembrano più simili alle granate OD 82/SE, ordigni in dotazione all’Esercito Italiano. Tra i rifiuti anche i fili metallici, probabilmente quelli presenti all’interno delle SRMC, contenitori e oggetti in metallo arrugginiti, e altro materiale reso indistinguibile dall’usura e dalle alte temperature a cui evidentemente è stato sottoposto. Gli stessi oggetti si trovano, inoltre, sparsi per tutto il terreno vicino al fossato in un raggio di almeno 100 metri.

L’area è quella del Poligono di S’Ena Ruggia, una vasta porzione di terra che si trova a ridosso del sito archeologico di Tamuli, e comprende i nuraghi Fiorosu, Sa Pattada e Tamuli e diversi allevamenti. S’Ena Ruggia non è un Poligono ‘stabile’ come quello di Quirra: sono le ordinanze del Comando della Brigata Sassari, pubblicate all’Albo Pretorio del Comune di Macomer, a disporre periodicamente (con una frequenza di 4-5 volte all’anno) lo sgombero dell’area dalla presenza delle persone e degli animali da allevamento che la popolano dalle 8 alle 23 per tutti i giorni necessari all’esercitazione. Durante l’occupazione, il Poligono viene sorvegliato da militari armati visibilmente disposti, con dei bandieroni rossi, lungo il perimetro che delimita l’area.

A disporre principalmente di S’Ena Ruggia è il 5° reggimento Genio Guastatori, di stanza a Macomer dal 2003, ma l’area viene utilizzata anche da altri reparti della Brigata Sassari. Nel 2015, S’Ena Ruggia è stato sgomberato con “procedura d’urgenza” (ordinanza del Reggimento del 13/01/2015) e utilizzato dai reparti della Brigata per 18 giornate tra gennaio, febbraio e marzo.

Sono quindi passati diversi mesi dall’ultima esercitazione, e non è chiaro se chi ha accumulato i rifiuti abbia malamente cercato di nasconderli alla vista o li abbia semplicemente dimenticati.

Paolo Stella

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