La diffusione della lingua blu è stata causata dallo stesso vaccino che viene venduto per contrastare la malattia. È questa l’ipotesi investigativa sulla quale sta lavorando la Procura di Roma che ha indagato 41 persone nell’inchiesta sull’influenza Aviaria, nella quale è emerso un filone della Blue tongue. Ne ha dato notizia ieri il quotidiano Il Tempo che per l’erario sardo parla di un danno di oltre 2 milioni e mezzo di euro.
Stando agli atti dei magistrati che ieri hanno notificato la chiusura delle indagini (la richiesta di rinvio a giudizio pare scontata), due dirigenti pubblici sono accusati di “aver cagionato la diffusione della blue-tongue, per siero conversione da virus vaccinale, provocando ingenti danni al patrimonio zootecnico nazionale”. I dirigenti in questione sono Romano Marabelli, direttore generale del dipartimento Alimenti e Sanità veterinaria del ministero della Salute, e Vincenzo Caporale, direttore dell’Istituto zooprofilattico sperimentale dell’Abruzzo e del Molise, ai quali era stata affidata la gestione della campagna contro la blue-tongue nel biennio 2003-2004. E loro, sempre secondo la Procura, avrebbero messo sul mercato un vaccino prodotto in Sud Africa, ma senza fare una sperimentazione per valutare eventuali effetti indesiderati. Effetti che, invece, si sono avuti.
Tra gli indagati, anche altri quattro dirigenti del ministero della Salute e tre manager di aziende farmaceutiche: tra le accuse, la corruzione, la rivelazione del segreto d’ufficio e la falsità ideologica per aver dato vita a “una gestione dispotica e monopolistica dell’emergenza blue-tongue”. Il quotidiano Il Tempo parla 3.578.800 dosi di vaccino acquistate dal ministero per la Salute senza una effettiva necessità”. Il medicinale era prodotto ditta farmaceutica Merial Italia spa.
Adesso si tratta di quantificare i reali danni in Sardegna, e per i quali il partito dei RossoMori, che in Giunta sono rappresentati dall’assessore all’Agricoltura Elisabetta Falchi, sono già mobilitati. Un primo commento arriva anche dalla Coldiretti che non esclude la possibilità di costituirsi parte civile nel processo: “Non vogliamo che vadano in galera innocenti – dice il presidente Battista Culabu -, ma chiediamo allo stesso tempo ai magistrati che stanno indagando che si faccia immediata chiarezza sul caso. Dal 2000 i pastori sardi hanno subito centinaia di migliaia di perdite di capi, centinaia di milioni di euro di perdita di reddito e hanno dovuto sottostare all’obbligo di vaccinazioni che in alcuni casi si sono rivelate letali. Questa ultima notizia risulta come una beffa per tutto il sistema agropastorale della nostra Isola”.
In Consiglio regionale, il gruppo di ‘Sardegna vera’ ha già presentato un’interrogazione urgente firmata da Efisio Arbau, Michele Azara, Gaetano Ledda e Raimondo Perra. I quattro chiedono al governatore Francesco Pigliaru e alla Giunta di “esercitare il ruolo di parte offesa nel procedimento penale pendente davanti alla Procura di Roma sulla sciagurata campagna di vaccinazione per la lingua blu avvenuta in Sardegna nel 2003-2004″. Quindi la sottolineatura: “L’opposizione dei pastori a quella vaccinazione fu strenua, ma purtroppo lasciata alla sola iniziativa di singoli o di gruppi. In solitaria e nel silenzio ostile delle istituzioni sarde, il coordinamento dei pastori sardi propose ricorso davanti al Tar del Lazio per bloccare la vaccinazione ed un esposto alla Procura di Cagliari (procedimento tutt’ora in fase di indagine)”.