La giudice del tribunale di Nuoro Teresa Castagna ha rinviato a giudizio dieci pastori sardi, accusati di blocco stradale, per una protesta avvenuta l’8 febbraio 2019 sulla statale 131 Dcn all’altezza di Siniscola, quando gli allevatori di tutta la Sardegna erano scesi in piazza nella loro battaglia per ottenere un prezzo equo del latte ovino. Ieri, invece, si era aperto il processo a carico di altri quattro allevatori, protagonisti questa volta di una manifestazione avvenuta il 13 febbraio sempre sulla 131 Dcn, al bivio di Lula.
L’udienza di questa mattina è stata accompagnata da un sit-in nella gradinata del tribunale, promosso dai rappresentanti di Libertade e Sardigna Natzione, come gesto di solidarietà ai pastori. “Le lotte non si processano” recita un cartellone di alcuni attivisti. “Combatteremo fino alla fine per il diritto dei lavoratori a manifestare il proprio disagio – ha detto il leader di Sardigna Natzione Bustianu Cumpostu -.Vogliamo capire di quale reato si sono macchiati i nostri allevatori: non c’è stata violenza, hanno solo voluto fermare gli automobilisti per sensibilizzarli sulla loro vertenza e per distribuire qualche volantino”. “Agli allevatori a processo per aver rivendicato il sacrosanto diritto a che il loro lavoro venga pagato in maniera più equa, va tutta la nostra solidarietà – ha detto Priamo Cottu, pastore e rappresentante di Libertade – combatteremo al loro fianco con tutti i mezzi, prima di tutto offrendo il supporto legale di cui hanno bisogno”.
Presente al sit-in anche qualche sindaco del territorio. “Sono cui per difendere i nostri allevatori e il diritto a manifestare per migliorare le condizioni del loro lavoro – ha detto Maddalena Agus, sindaca di Olzai -. I diritti sono diritti ma in Italia sembra che questo non valga per tutti”. All’uscita dall’udienza si sono uniti ai manifestanti alcuni difensori degli imputati: Giulia Lai, Adriano Sollai, Michele Zuddas, Francesco Lai. È probabile che nella prossima udienza l’avvocata Lai sollevi l’eccezione di incostituzionalità contro la normativa che disciplina il reato di blocco stradale, il decreto legge ‘sicurezza’ del 2015. Eccezione che la stessa avvocata ha sollevato ieri in occasione del processo a carico di quattro pastori, ma che è stata respinta dal tribunale. Per l’avvocata Lai, si tratta di “una norma troppo generica che contrasta con l’art. 25 della Costituzione, secondo il quale le condotte dei reati devono essere precisate dalla normativa”.