Bimba ingoia una monetina, odissea da Olbia a Cagliari per l’estrazione dall’esofago

L’odissea di una bimba di 4 anni e della sua famiglia, dal Nord al Sud della Sardegna per arrivare a Cagliari passando per tre ospedali. Il motivo? La bambina aveva ingoiato una moneta da 20 centesimi e aveva bisogno di un’operazione per estrarre la moneta dall’esofago. L’intervento è stato effettuato al Santissima Trinità dove è stata trasportata in elicottero. Negli altri ospedali non c’era nessuno in grado di intervenire. Sul caso l’assessorato regionale della Sanità avvierà un’inchiesta interna sia sulla Asl di Olbia che su quella di Sassari, per chiarire eventuali responsabilità e capire come mai, nonostante sia stata visitata in vari ospedali, non sia stato possibile intervenire subito.

La mamma della piccola aveva portato la figlioletta al pronto soccorso del Giovanni Paolo II, a Olbia, alcuni giorni fa. Qui, dopo il triage e la visita, si è capito che era necessario intervenire con una gastroscopia pediatrica. Ma nell’ospedale gallurese questo esame non si può eseguire per mancanza della specialità. Sono stati contattati gli ospedali di Sassari e di Nuoro, ma entrambi non avrebbero dato la disponibilità. Da qui la decisione di trasferire la bambina in elicottero a Cagliari. La piccola è stata poi accompagnata in ambulanza al Santissima Trinità dove, dopo l’anestesia generale, è stata sottoposta a un intervento in chirurgia endoscopica per l’estrazione della moneta. Dopo 48 ore in osservazione, la bimba è tornata a casa: le sue condizioni di salute ora sono buone.

“Non ci sono interventi facili o difficili. Ci sono persone che sono abituate a farli ed altre che invece sono specializzate in interventi diversi. A Sassari e Nuoro hanno scelto di non trattare la bambina di 13-14 mesi che arrivava da Olbia. Fosse stato un adulto avrebbero eseguito l’ intervento senza alcun problema. Hanno invece scelto di trasferire la piccola a Cagliari in un centro specializzato. Noi siamo abituati a interventi di questo genere, tutto si è risolto in pochi minuti”. Luigi Maxia, direttore della Chirurgia pediatrica del Santissima Trinità, spiega che cosa è accaduto la settimana scorsa. “L’intervento, eseguito dall’ endoscopista dell’unità operativa, Alessandro Muscas, è durato pochi minuti – racconta ancora il dottor Maxia – La bambina si è risvegliata tranquilla tra le braccia della mamma. L’intervento viene eseguito in anestesia totale con un endoscopio pediatrico flessibile, di cui noi siamo dotati, che si adatta a qualsiasi punto del corpo. Anche la tecnologia è un problema da considerare. Noi abbiamo le attrezzature adeguate, come l’endoscopio pediatrico, per operare sui bambini, gli altri ospedali non le hanno perché mancano i numeri per avere questo tipo di attrezzature. Noi eseguiamo tra i trenta e i quaranta interventi di questo tipo ogni anno”. E il direttore spiega la decisione degli altri ospedali. “Chiunque avrebbe scelto di trasferire la piccola in un centro specializzato – sottolinea – Il trasferimento e i trasferimenti in genere avvengono in assoluta sicurezza, in presenza di un anestesista che assiste il paziente. Quindi c’erano tutti i requisiti di sicurezza, la bambina non correva alcun rischio. Bisogna abituarsi all’idea che non si può avere tutto sotto casa, un intervento super specialistico può avvenire solo in un ospedale di alta specializzazione: i trapianti al Brotzu, la chirurgia pediatrica al Santissima Trinità. Capisco l’apprensione dei genitori a causa del trasferimento in elicottero, noi abbiamo cercato di tranquillizzarli e tutto si è risolto per il meglio”.

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