Continua il contenzioso relativo alla pratica dei conguagli di Abbanoa. Stavolta la Cassazione ha ribaltato una sentenza del Tribunale di Sassari dichiarando “legittimi i conguagli regolatori”. I fatti si riferiscono a un conguaglio fatturato dal gestore idrico sardo nel 2014 a un utente che aveva fatto ricorso. Da lì si era poi formata una class action ed erano stati presentati numerosi ricorsi. I giudici delle Sezioni unite civili hanno invece inferto un duro colpo, esprimendosi in questo modo: “In tema di servizio idrico integrato, il conguaglio per le partite pregresse implica l’applicazione di un costo ora per allora, di modo che, prima della determinazione delle voci di costo da recuperare, non si configura la possibilità di recupero e, quindi la possibilità di esercitare il relativo diritto, a norma dell’art. 2935 C.C.”.
“Finalmente si fa chiarezza su una questione fondamentale -, ha detto all’Unione Sarda presidente del cda di Abbanoa Franco Piga -. È opportuno evidenziare che i contenziosi attivati sinora dagli utenti, compresi gli aderenti alla class action, rappresentano appena il 2 per cento sul totale delle utenze. Al di là delle polemiche, quindi, la stragrande maggioranza dei nostri clienti aveva compreso la legittimità delle partite pregresse che rappresentavano un allineamento dei costi sostenuti per garantire un servizio, quello idrico integrato, che è essenziale nella vita di tutti i giorni”. Piga si è poi riferito alle norme comunitarie: “Le tariffe e quindi le relative fatturazioni si basano sul principio del full cost recovery, sancito a livello europeo, che implica il totale recupero dei costi del servizio”. Il gestore ha fatto sapere che la pronuncia della Suprema corte sarà depositata agli atti di tutti i contenziosi in corso, facendo di fatto giurisprudenza.
La replica non si è fatta attendere. Il primo a parlare è stato Giorgio Vargiu, presidente regionale Adiconsum: “Ad Abbanoa direi: vi piace vincere facile? Guarda caso vincono con la causa più debole, quella senza controparte, essendo deceduta. Peccato che tutte le altre non siano state prese ancora in considerazione. In ogni caso leggeremo e studieremo bene la sentenza della Suprema corte”. Nonostante la decisione, le associazioni dei consumatori continuano a far valere le proprie ragioni: “I giudici aditi, davanti ai quali è stata fatta causa, non necessariamente devono allinearsi a quanto disposto dalla Cassazione”. La sensazione è quindi che la diatriba non finisca qua, viste le proteste di consumatori e utenti.