La concessione a Graziano Mesina degli arresti domiciliari è stata sollecitata oggi davanti ai giudici del Tribunale di Cagliari dagli avvocati dell’ex primula rossa del banditismo sardo, che era con loro in aula, al termine delle arringhe difensive. Grazianeddu è sotto processo con gli altri presunti capibanda perché ritenuto al timone di due associazioni a delinquere finalizzate al traffico di droga e, per lui, il procuratore aggiunto Gilberto Ganassi ha chiesto 26 anni di reclusione. Oggi la parola è passata ai difensori Maria Luisa Vernier, Beatrice Gaddi e Gianluca Aste che hanno contestato l’intero impianto accusatorio. “C’è un pregiudizio di fondo su Mesina – ha attaccato Vernier – l’idea che dopo 40 anni di carcere lui abbia continuato a delinquere. Un pregiudizio che ha connotato l’intera inchiesta”. Oltre a Grazianeddu sono imputati anche l’avvocato Corrado Altea, Vinicio Fois, Efisio Mura, Luigi Atzori e Franco Piras. Il 22 luglio i giudici decideranno sulla richiesta dei domiciliari e, se il pm Ganassi sceglierà di non fare repliche, si ritireranno in camera di consiglio per pronunciare la sentenza.
Sardinia Post si ferma, la solidarietà della Giunta Todde
La presidente Alessandra Todde e tutta la Giunta regionale esprimono la loro vicinanza ai giornalisti di Sardinia Post, rimasti senza lavoro…