Balneari contro militari: scontro sugli stabilimenti al Poetto

Marcello Zasso

Le concessioni balneari andranno a bando nel 2024. Anzi dovrebbero andarci, visti i precedenti perché si tratta di una rivoluzione attesa e rinviata da anni che è sempre saltata, in un modo o nell’altro. La nuova gara sulle concessioni rischia di mettere fine a privilegi storici legati ad alcune concessioni “a vita” o a pagamenti irrisori per spiagge in Costa Smeralda, ma rischia anche di far perdere tutto a chi ha fatto investimenti. Non sarà così per tutti, però, perché lo Stato tutela se stesso meglio degli altri e alcune concessioni resisteranno anche a questo tsunami: quelle militari.

Lungo la spiaggia del Poetto ci sono gli stabilimenti riservati a ogni tipo di divisa: Esercito, Marina (ufficiali e sottufficiali), Aeronautica, polizia, carabinieri, Guardia di finanza e vigili del fuoco. Il sindacato dei balneari punta il dito contro questi concessioni, che sono tutte quante in muratura.

Lo stabilimento della Finanza

“È ora di finirla con le concessioni dello Stato ed i circoli ministeriali in Sardegna, vera ‘casta’”, tuona Claudio Maurelli, presidente di Federbalneari Sardegna -. Mi domando se questo sia giusto. Domanderemo presto allo Stato ed alla Regione Sardegna, come sia possibile non notare questo scandalo normativo e privilegio assoluto, riservato ad una vera casta”. L’associazione che riunisce i concessionari privati ha verificato che nella mappatura fatta dallo Stato non sono state inserite le strutture delle forze armate e di quelle dell’ordine. “Mi domando altresì come mai, ad oggi nessuno si sia accorto di questa situazione imbarazzante. Eppure basta prendere la macchina ed andare al Poetto di Cagliari – aggiunge Maurelli -, per assistere a veri e propri colossi demaniali, affidati nel migliore dei casi in subingresso (45bis), ad altre società o cooperative che gestiscono questi ‘circoli militari e statali a costo zero’”.

Il Poetto visto dalla Sella del Diavolo

Perché all’interno di quelle strutture, gli appartenenti alle varie forze armate e i loro familiari possono godere di prezzi fuori da ogni logica di mercato: lì si può pranzare con pochi euro o pagare un caffè coi centesimi. “Tale situazione imbarazzante, crea concorrenza sleale nei prezzi, nei servizi ed un danno all’imprenditoria locale, ma soprattutto alle famiglie della Sardegna, che pagano canone e tasse elevate ogni anno – conclude il numero uno di Federalberghi, che stima in 1.200 le famiglie sarde che possono finire sul lastrico con l’addio alle concessioni -. Non bisogna avere timore di denunciare alcune situazioni, seppur scomode. È singolare come la politica nazionale, che spesso trova il tempo e le modalità per attaccare la categoria del balneari onesti, non sia stata attenta altrettanto risoluta nel condannare questi privilegi”.

Marcello Zasso

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