Le concessioni balneari andranno a bando nel 2024. Anzi dovrebbero andarci, visti i precedenti perché si tratta di una rivoluzione attesa e rinviata da anni che è sempre saltata, in un modo o nell’altro. La nuova gara sulle concessioni rischia di mettere fine a privilegi storici legati ad alcune concessioni “a vita” o a pagamenti irrisori per spiagge in Costa Smeralda, ma rischia anche di far perdere tutto a chi ha fatto investimenti. Non sarà così per tutti, però, perché lo Stato tutela se stesso meglio degli altri e alcune concessioni resisteranno anche a questo tsunami: quelle militari.
Lungo la spiaggia del Poetto ci sono gli stabilimenti riservati a ogni tipo di divisa: Esercito, Marina (ufficiali e sottufficiali), Aeronautica, polizia, carabinieri, Guardia di finanza e vigili del fuoco. Il sindacato dei balneari punta il dito contro questi concessioni, che sono tutte quante in muratura.
“È ora di finirla con le concessioni dello Stato ed i circoli ministeriali in Sardegna, vera ‘casta’”, tuona Claudio Maurelli, presidente di Federbalneari Sardegna -. Mi domando se questo sia giusto. Domanderemo presto allo Stato ed alla Regione Sardegna, come sia possibile non notare questo scandalo normativo e privilegio assoluto, riservato ad una vera casta”. L’associazione che riunisce i concessionari privati ha verificato che nella mappatura fatta dallo Stato non sono state inserite le strutture delle forze armate e di quelle dell’ordine. “Mi domando altresì come mai, ad oggi nessuno si sia accorto di questa situazione imbarazzante. Eppure basta prendere la macchina ed andare al Poetto di Cagliari – aggiunge Maurelli -, per assistere a veri e propri colossi demaniali, affidati nel migliore dei casi in subingresso (45bis), ad altre società o cooperative che gestiscono questi ‘circoli militari e statali a costo zero’”.
Perché all’interno di quelle strutture, gli appartenenti alle varie forze armate e i loro familiari possono godere di prezzi fuori da ogni logica di mercato: lì si può pranzare con pochi euro o pagare un caffè coi centesimi. “Tale situazione imbarazzante, crea concorrenza sleale nei prezzi, nei servizi ed un danno all’imprenditoria locale, ma soprattutto alle famiglie della Sardegna, che pagano canone e tasse elevate ogni anno – conclude il numero uno di Federalberghi, che stima in 1.200 le famiglie sarde che possono finire sul lastrico con l’addio alle concessioni -. Non bisogna avere timore di denunciare alcune situazioni, seppur scomode. È singolare come la politica nazionale, che spesso trova il tempo e le modalità per attaccare la categoria del balneari onesti, non sia stata attenta altrettanto risoluta nel condannare questi privilegi”.