di Vito Fiori
Una bella poltrona, questo è sicuro. E anche, scontato, molto appetibile. La presidenza dell’Autorità di sistema portuale del mare di Sardegna è in scadenza a luglio e cominciano (a dire il vero non da oggi) a circolare i nomi dei papabili alla successione di Massimo Deiana, al secondo mandato e non più candidabile.
I numeri illustrati nei giorni scorsi dall’ente sono in grande crescita e di tutto rispetto per quanto riguarda passeggeri e merci. Un incremento legato al grande impegno profuso in questi anni da Deiana e dal suo staff, in particolare nel porto di Cagliari, dove si sta realizzando il nuovo scalo commerciale. Tuttavia questi sono aspetti quasi ininfluenti nella inevitabile corsa allo scranno da oltre 250 mila euro l’anno. I nomi che si rincorrono sono i più disparati tra chi vanta un curriculum importante e chi, invece, conterà sugli appoggi politici, nonostante la selezione preveda che i candidati abbiano degli specifici requisiti. D’altronde, la stessa storia di Deiana, docente di Diritto della Navigazione, che presentò ricorso – vincendolo – contro la nomina di Piergiorgio Massidda (medico e parlamentare di Forza Italia), dovrebbe insegnare qualcosa. Soprattutto, si tratta di un precedente che fa giurisprudenza e che, in teoria, potrebbe scongiurare eventuali candidature “politiche”.
Una per tutte, quella di Christian Solinas, ex presidente della Regione, il quale oltre all’amicizia con il leader della Lega Matteo Salvini, dal quale dipende la nomina in qualità di ministro per le Infrastrutture, non risulta avere altri “meriti” da vantare solo per poter concorrere. Ma non bisogna dimenticare che le vie della politica per alcuni continuano a essere infinite e per altri impedite. Nel lungo elenco di nomi emerso negli ultimi giorni, ci sarebbero anche figure di rilievo, quantomeno esperti della materia e con esperienze importanti. Come Natale Ditel, segretario generale dell’Autorità portuale sarda, o come Pino Musolino e Daniele Rossi, rispettivamente alla guida delle Autorità di Civitavecchia e Ravenna. E poi Settimo Nizzi, attuale sindaco di Olbia, Alessandra Zedda, ex assessora regionale di Forza Italia passata di recente alla Lega, Elisabetta Neroni, direttrice generale del Centro Regionale di Programmazione ed ex segretaria generale della giunta Solinas.
Ancora: Giorgio Todde, ex assessore regionale leghista ai trasporti, Marcello Tidore, direttore generale della Asl 8, alcuni dirigenti dell’Autorità portuale. E chissà se da qui a metà aprile, quando una rosa di nomi dovrà essere valutata dal Ministero, non salterà fuori qualche outsider per ora sconosciuto. Di certo, non sarà una passeggiata per il ministro Salvini che dovrà trovare un’intesa con la presidente della Regione Alessandra Todde.
Considerando che in ballo ci sono sfide decisive per lo sviluppo del sistema marittimo sardo, sempre più centrale nel Mediterraneo, e un enorme potere, politico ed economico, c’è da credere che la battaglia per il nuovo presidente dell’Autorità portuale sarà piuttosto dura.