Un agnello su due consumato nelle tavole degli italiani per Natale è Igp di Sardegna. È quando emerge da una indagine condotta dal Contas (Consorzio di tutela dell’agnello di Sardegna Igp). Dei circa 600mila agnelli macellati in Italia nelle ultime due settimane di dicembre, la metà, 300mila sono marchiati Igp di Sardegna. Un dato che certifica come l’agnello sardo Igp è il principe e simbolo del menù natalizio, e che grazie anche ai controlli capillari, alla promozione e alle innovazioni di mercato attuate dal Contas negli ultimi anni si è riusciti ad attutire i contraccolpi della gravissima emergenza Covid.
I dati provenienti dal monitoraggio svolto dal Contas mostrano un andamento positivo delle vendite in tutte le regioni Italiane sia in quelle dove storicamente si consuma l’agnello da latte e sia in quelle in cui si ha meno tradizione. Così come positiva è la presenza della denominazione d’origine sarda sulle principali insegne nazionali sia sul commercio tradizionale che su quello online. In netto aumento i dati sulle vendite che arrivano dai mercati tradizionali come la Sardegna e il Lazio ma positivo è anche il trend di regioni come Lombardia e Piemonte che iniziano ad apprezzare sempre di più il consumo dell’agnello da latte.
Buoni e i dati sulle esportazioni in Spagna che si conferma principale mercato dell’agnello sardo Igp, con il 25 per cento di quelli macellati a dicembre che hanno raggiunto il mercato Iberico.
“Nonostante la gravissima crisi economica con un drastico calo dei consumi dovuti all’emergenza Covid – rileva il presidente del Contas, Battista Cualbu – il mercato dell’agnello a dicembre, relativamente a questa situazione, ha tenuto (momento più importante in cui si macellano il 40 per cento degli agnelli dell’annata), a dimostrazione che gli italiani in questo anno anomalo hanno comunque, nel limite del possibile, rispettato la tradizione. Questo evidenzia anche che il lavoro svolto dal Contas negli ultimi anni sta dando i suoi frutti grazie agli investimenti in promozione per la sensibilizzazione dei consumatori oggi più attenti nella ricerca del marchio di origine, ma anche con una vigilanza potenziata (che ha limitato e ridotto le contraffazioni) o con la proposta di tagli più piccoli che rispondono alle esigenze dei consumatori, accresciuta con le prescrizioni Covid che hanno limitato le grandi tavolate natalizie”.
“In questa annata anomala ed incerta solo dopo la stesura del Dpcm e l’apertura alle movimentazioni all’interno della Regione di appartenenza – spiega il direttore del Contas, Alessandro Mazzette – si è verificato uno sblocco degli ordini da parte dei grossisti, con un immediato impatto sui listini. Tuttavia, i prezzi rilevati all’ingrosso e al dettaglio si sono adeguati alle attuali condizioni economiche delle famiglie Italiane causate dalla lunga emergenza sanitaria, con una flessione media del -15 per cento rispetto allo stesso periodo del 2019”.