“È stato uno choc, ho assistito a tutta la scena. Ho avuto paura, sembrava la scena di un film, ma era la realtà”. Anche un sardo, Manuel Cappai, di Quartu ha assistito all’attacco del Parlamento a Londra, ha sentito le sirene della polizia e quelle delle ambulanze arrivare sul posto per soccorrere le decine di feriti travolte dal suv che a tutta velocità ha percorso il Westminster Bridge per poi finire la sua corsa proprio davanti ad uno degli ingressi del Parlamento. Ha visto l’attentatore uscire dall’auto e aggredire uno dei poliziotti. Cappai – come riportato dall’Unione Sarda – aveva appena finito di partecipare alla conferenza stampa di presentazione dell’incontro di pugilato Inghilterra Italia. “Si era appena conclusa la presentazioni della sfida e la cerimonia – ha raccontato – poi sono iniziate le urla e la paura”.
I pugili sardi in trasferta in prima linea
“Avevamo da poco terminato la visita con la squadra britannica – ha sottolineato Maurizio Stecca, olimpionico di pugilato ai Giochi 1984 che stava accompagnando l’Italia Thunder di pugilato per l’incontro con la British Lionhearts delle World Serie of Boxing (Wsb) – Stavo uscendo insieme ai ragazzi, quando abbiamo cominciato a sentire delle urla, urla di paura e abbiamo subito capito che cosa stava succedendo. Dopo 20 secondi abbiamo visto l’attentatore, un energumeno che aveva due lame di coltello in mano, due coltelli grossi. È riuscito a entrare, approfittando della guardia che non era armata, l’ha accoltellata e poi stava venendo verso di noi. Proprio in quel momento è arrivato di fianco a noi un agente in borghese che con un incredibile sangue freddo e tre colpi ha ucciso l’attentatore. E’ successo tutto a dieci metri da noi, ho visto tutta la scena e anche il poliziotto accoltellato, si è rialzato ha cercato di correre via e poi si è di nuovo accasciato”.
Un racconto identico a quello di Cappai. “Ero molto vicino, una ventina di metri – ha raccontato il giovane – ho visto l’auto andare contro il cancello dell’ingresso del Parlamento. L’attentatore è sceso armato di due coltelli e ha aggredito un poliziotto. Poi ho sentito gli spari e visto cadere a terra l’attentatore. Io e tuta la squadra siamo corsi dentro il palazzo dove siamo rimasti fino a tarda sera”.
Sono state le guardia a portare al sicuro i ragazzi della squadra di pugilato. “Siamo stati presi dalle guardie e portati dentro una stanza – ha sottolineato Stecca – Siamo stati lì per tre ore, una stanzetta dove sono stati radunati anche un po’ di parlamentari inglesi, eravamo in tutto, penso, 150”. E ancora: “È una scena che non dimenticherò mai con l’attentatore che inseguiva tutti quelli che gli capitavano a tiro prima di essere ucciso. Io e i miei allievi, una squadra di 10 persone (il più grande di 25 anni e nessun minorenne), ci siamo bloccati, ci sembrava di stare sul set di un film: subito le guardie ci hanno preso e portati via, temevano che altri attentatori avessero nascosto dell’esplosivo… ”.
Il bilancio dell’attentato è di 4 morti, compreso l’attentatore e di 40 feriti, alcuni dei quali in gravissime condizioni.
I sardi nella City e la spunta Fb
Molti emigrati sardi che si trovavano a Londra per lavoro e studio (la stima è sulle 10mila). Nessuno direttamente coinvolto nell’attentato al Parlamento. Tra loro molta hanno avuto paura. C’è chi è rimasto in ufficio fino al cessato allarme, chi ha scelto di non prendere mezzi pubblici tornando a casa in taxi. “Ho chiamato subito a casa per dire che stavo bene – dice Michela che da quattro anni vive a Londra – abbiamo avuto paura. Non abito vicino al Parlamento ma ci passo spesso, ieri non mi sono accorta subito di quanto era accaduto, poi ho visto i siti e sentito i tg e ho subito chiamato casa per dire che stavo bene”. Alessandro di Quartu Sant’Elena vive con la moglie nella city da più di cinque anni e lavora per una multinazionale: “Sono rimasto a guardare le breaking news: sullo sfondo le strade per me così familiari. Io e i miei colleghi siamo rimasti barricati in ufficio fino a tardi. Prima per capire cosa stava succedendo e se ci fossero ulteriori sviluppi. Poi, io personalmente, ho evitato di prendere la Tube nell’ora di punta. Ma tutto sembrava normale: non c’erano meno persone in giro degli altri giorni. Bevevano al pub e la metro era comunque affollata. Oggi si torna ovviamente al lavoro”. Entrambi i giovani coniugi hanno utilizzato – per tranquillizzare amici e conoscenti – la funzione di Facebook dedicata all’attacco a Westminster e in passato agli attacchi terroristici. Si tratta di un veloce check in che consente, nell’immediato, di dire che va tutto bene.