“È provata per quanto è accaduto, ma è serena”. Così l’avvocato Enrico Meloni, che difende l’ex assessora regionale dell’agricoltura, Gabriella Murgia, arrestata ieri nell’ambito dell’operazione del Ros che ha fatto finire in manette complessivamente 31 persone accusate a vario titolo di associazione per delinquere di stampo mafioso, associazione segreta, associazione a delinquere finalizzata al traffico di droga e altri reati come peculato e corruzione.
“Sarà interrogata domani. Attendiamo di leggere le carte per fare tutte le valutazioni del caso”, ha precisato il legale. Gabriella Murgia, attualmente in carcere a Uta, ha militato nel Pd e in un altro movimento del centrosinistra, poi è passata al centrodestra ed è stata nominata, in qualità di tecnico, assessora dell’Agricoltura nella prima giunta, Solinas. Proprio mentre ricopriva l’incarico di assessora, secondo quanto emerso dalle indagini condotte dal Ros, avrebbe intrattenuto i contatti con gli esponenti della criminalità orgolese.
“Le indagini svolte hanno dimostrato non solo l’adesione di Gabriella Murgia al programma criminale del sodalizio, ma il suo ruolo di ‘promotrice’ – scrive il Gip nell’ordinanza -. Nel caso di specie, non si tratta solamente di ‘discutibili’ rapporti amicali. Si tratta, in primis, non di rapporti occasionali, ma stabili e duraturi con soggetti ‘notoriamente’ legati al mondo criminale sardo”.
Il Gip cita due esempi: “Le conversazioni intercettate dimostrano la sua piena consapevolezza della capacità intimidatoria della componente criminale del sodalizio – si legge – è stata lei stessa a sollecitarla, sia pure indirettamente, nei confronti di Massimo Temussi (anch’egli indagato), a seguito di un contrasto avuto con quest’ultimo quando prestavano entrambi servizio presso l’Ente regionale Aspal, ovvero a richiederla espressamente a favore e protezione del presidente della Regione Sardegna, Christian Solinas, in occasione della manifestazione della Coldiretti del 17 febbraio 2022, allorché gli eccessi di animosità di questi ultimi verso il governo regionale avevano suggerito che l’indagato Nicolò Cossu, insieme a Mesina e Mele, palesasse la sua ‘presenza’ amichevole affianco del Governatore”.