Nella notte tra martedì e mercoledì, quando sono stati espiantati gli organi all’assessora di Olbia, Patrizia Bigi, morta per una trombosi cerebrale, si è rischiato che il fegato restasse inutilizzato: questo per un problema tecnico-burocratico. La notizia emerge nel giorno dei funerali dell’assessora, molto conosciuta a Olbia e in Gallura e salutata nella chiesa della Sacra Famiglia da centinaia di persone. Il fegato, alla fine, ha raggiunto nei tempi previsti l’ospedale Niguarda di Milano dove è stato trapiantato a un cinquantenne di Genova. Alla Bigi sono stati espianti anche reni, cuore e polmoni.
Il problema lo racconta in una nota l’ospedale San Martino di Genova, da dove è partita l’équipe medica che ha eseguito l’espianto. È successo che l’aereo convenzionato col Servizio sanitario per i trasporti di organi era impegnato in un altro servizio: così il 118, con il coordinamento della prefettura, ha inviato a Olbia l’elicottero della Capitaneria di Porto di Luni, in grado di volare anche di notte. A bordo due chirurghi di Genova. Fatto l’espianto i medici sono tornati nel capoluogo ligure, ma il mezzo della Capitaneria non si poteva più utilizzare. A quel punto il fegato è stato trasportato al Niguarda di Milano da un’ambulanza attrezzata.
“Nella difficile situazione che si è presentata nelle prime ore di mercoledì – spiega Andrea Gianelli Castiglione, direttore del centro regionale trapianti della Liguria – solo l’eccezionale collaborazione tra le istituzioni coinvolte ha reso possibile il trapianto nei tempi compatibili con una buona riuscita”. È dal 2012, con la chiusura del centro trapianti di Genova, che gli interventi vengono svolti al Niguarda. “Non disperiamo che questa situazione possa cambiare”, dice Castiglione. Quest’anno i trapianti di fegato su pazienti genovesi sono stati 28.