Armi siriane a La Maddalena, pioggia di interrogazioni in Consiglio

Polemiche sul possibile sbarco in Sardegna delle armi chimiche provenienti dalla Siria. È stato il movimento pacifista Gettiamo le basi a lanciare ieri l’allarme sul possibile arrivo del carico nell’arcipelago de La Maddalena. Il consigliere regionale di Modes, Patrizio Rovelli, ha chiesto a Cappellacci di riferire in aula. Oggi è stato Giacomo Sanna, presidente del Psd’Az, a parlare di un passaggio di armi nell’Isola a partire dall’agosto 2013. Un passaggio che vedrebbe al centro la ex base Usa di Santo Stefano con trasferimento del carico a Palau, quindi da Palau a Olbia e da Olbia a Piombino. Sanna ha presentato un’interrogazione al governatore Cappellacci. “Da informazioni assunte – scrive l’esponente sardista – risulta che da agosto fino a novembre il trasporto via mare tra Santo Stefano e Palau è avvenuto con cadenza mensile, mentre a dicembre i viaggi sono stati effettuati nelle giornate del 5 e del 19 dicembre 2013. Da Palau, i camion carichi di armi hanno proseguito fino a Olbia, con apposita scorta, e da Olbia sono stati imbarcati sulle navi della compagnia Moby impegnate nel collegamento merci e passeggeri Olbia-Piombino”. Secondo il leader dei Quattro Mori, “il carico di armi è composto anche da missili di fabbricazione Russa requisiti in Iraq al tempo della caduta del regime di Saddam Hussein”. Sanna chiede al presidente della Regione se si a conoscenza di questi fatti e di “impedire che il prossimo 16 gennaio 2014 il traghetto della compagnia regionale Saremar trasporti un altro carico d’armi dall’ex base di Santo Stefano a Palau”, paventando anche il pericolo di un “eventuale stoccaggio delle armi chimiche provenienti dalla Siria nell’isola di Santo Stefano”.

Ma il fronte dei contrari al passaggio delle armi in Sardegna si è allargato ancora. Due esponenti del centrosinistra in Consiglio regionale, Efisio Arbau, leader del movimento La Base, e Patrizio Rovelli, leader di Modes, hanno presentato due mozioni con le quali chiedono all’Assemblea di esprimersi per impedire lo sbarco delle armi nell’Isola. Nel documento di Arbau si chiede al presidente della Regione e alla Giunta di “adottare con la massima urgenza qualunque provvedimento ritengano necessario al fine di impedire, in via preventiva, l’approdo dell’arsenale siriano sul territorio o nelle coste della Sardegna”. “No alle armi chimiche siriane nei porti sardi: la Regione intervenga subito – afferma dal canto suo Rovelli – l’esecutivo regionale svolga le opportune iniziative presso il Governo e i ministri competenti, affinché siano acquisite in maniera ufficiale tutte le informazioni relative al progetto di smaltimento delle armi chimiche siriane”. Il ministro Bonino darà maggiori dettagli riguardo il trasferimento delle armi in un deposito italiano, che verrà svelato mercoledì.

“Il transito delle armi chimiche siriane presso i porti o nel territorio della nostra isola è un’ipotesi scellerata, alla quale ci opporremo con ogni mezzo”. Lo ha dichiarato Cappellacci, ribadendo l’orientamento dell’Esecutivo regionale sulla questione. “A tal fine – prosegue Cappellacci, raccogliendo l’appello lanciato con un’interrogazione dal leader sardista Giacomo Sanna – daremo indirizzi chiari alla Saremar (società di navigazione della Regione, ndr) affinché non presti nessuna collaborazione rispetto ad operazioni che possano essere connesse o anche solo indirettamente riconducibili all’operazione annunciata dal ministro Bonino. Quella di una Sardegna destinataria di tutti i carichi scomodi gestiti dal Governo è un’idea che respingiamo con sdegno e che contesteremo – conclude il presidente – in ogni sede politica e giurisdizionale”.

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