Archeologia, i resti faunistici del villaggio Enolitico di Corti Beccia analizzati a Sassari

Una serie di reperti, circa mille, qualche giorno fa sono partiti in direzione Sassari. Si tratta di resti faunistici rinvenuti nel villaggio eneolitico di Corti Beccia a Sanluri durante gli scavi tra il 1979 e il 1989 e per tutti questi anni custoditi in Comune. In particolare i ricercatori dell’Università di Sassari studieranno i campioni ossei animali.

“Questi campioni rinvenuti a Sanluri in epoca Neolitica – spiega  la dottoressa Veronica Vengo, incaricata degli studi –  verranno analizzati e ci daranno informazioni su alimentazione e abitudini datate 6 o 7 mila anni fa”.

Per completare lo studio i ricercatori impiegheranno circa un mese.  Alcuni reperti, quelli di maggiore interesse scientifico, verranno poi sottoposti all’analisi al radiocarbonio con la tecnica della spettrometria di massa ad alta risoluzione questa volta a Salerno dove è presente il Centro di datazione e diagnostica dell’Università del Salento.

“Abbiamo fatto un altro passo in avanti verso l’arricchimento del patrimonio storico e archeologico del nostro territorio – dice il sindaco Alberto Urpi – Stiamo compiendo un grande sforzo per il recupero di questo reperti che per troppo tempo sono rimasti al chiuso e non fruibili. Otterremo un doppio risultato: la possibilità di scoprire qualcosa in più sulla vita del tempo e l’opportunità di poterli poi renderli visitabili per turisti e appassionati”.

Dopo oltre due decenni che i reperti oggetto degli scavi archeologici di Sanluri a cavallo degli Anni Ottanta sono rimasti conservati in anonimi scatoloni e casse, l’amministrazione comunale ha avviato un progetto di recupero in collaborazione con  gli  esperti il professore universitario Giovanni Ugas e l’archeologa Cristina Paderi. Con loro è stato fatto un lavoro di catalogazione e di scelta dei ritrovamenti più significativi.

Il tutto sotto l’attenta lente della Sovrintendenza.  Ora una parte dei campioni ossei animali sono sotto analisi a Sassari e presto un altro gruppo di oggetti ritenuti di maggior pregio e interesse verranno trasferiti a Barumini al Centro per il Restauro della Fondazione Lilliu per essere sottoposti a un lavoro di pulizia e risanamento (sarà presto perfezionata la convenzione con la Fondazione e la Sovrintendenza).

Una volta concluso questo lavoro la Fondazione Barumini si è anche resa disponibile ad allestire una prima mostra temporanea dei reperti per essere prontamente fruibili al pubblico.

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