Arborea capitale dei polli ornamentali. Assente la gallina sarda, forse estinta

I locali della Fiera di Arborea, nell’Oristanese, che di solito ospitano mucche da latte e vitelli da carne oppure fragole e angurie hanno lasciato spazio, invece, a galline, anatre, oche e non solo. Rigorosamente ornamentali, al massimo ovaiole, sicuramente non da spennare, cucinare e servire a tavola. Per la prima Mostra mercato avicola regionale, organizzata da un gruppo di allevatori amatoriali, con la collaborazione del Comune di Arborea e della Coldiretti, è stato un successo insperato. Tredici allevatori presenti, arrivati in particolare dal Cagliaritano e dall’Oristanese ma anche dal nord Sardegna, per un totale di 300 esemplari rappresentativi di una quarantina di razze diverse: la livornese e la padovana, la siciliana, la romagnola e la bionda piemontese, le spagnole, le morosete dell’Asia orientale e le Cocincina giganti della Cina meridionale, le Phonix del Giappone, le olandesi nane, la Cornish inglese e poi ancora quaglie, pernici, anatre, fagiani, pavoni, cigni reali e oche. Le star della rassegna sono state proprio due elegantissime oche “Cereopside” che si sono fatte notare per il loro particole verso, identico al grugnito di un maiale. Uno sconosciuto estimatore ha offerto per una di loro mille euro ma il proprietario, un allevatore di Arborea, ha detto di no. Più alla portata i prezzi delle galline che vanno da un minimo di 25-30 euro per arrivare anche a 200-300 euro. Dipende dalla rarità e dalla bellezza, legata quest’ultima alla lunghezza delle piume della coda. Grande assente la gallina sarda: “Una razza forse estinta per sempre, vittima degli incroci e del progresso”, ha spiegato l’organizzatore della rassegna, Sandro Serra, che ha un allevamento amatoriale a Sinnai e che, assieme ai colleghi del Sire (Selezione italiana razze avicunicole), sta cercando di ricostruirne l’identikit. Per poterla ritrovare, magari, in qualche pollaio sperduto in chissà quale angolo sconosciuto dell’isola. ANSA

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