All’inizio furono i romani, che del vino avevano una profonda conoscenza. Esperti coltivatori, erano specializzati nella sua sofisticazione e, spesso, lo tagliavano col miele, lasciandolo invecchiare al sole in grandi anfore di terracotta. Duemila anni dopo, a Serdiana, nel basso Campidano, Antonella Corda, fondatrice dell’omonima cantina, ha rispolverato quell’antica tecnica decidendo di portare al Vinitaly del prossimo 7 aprile, proprio un vino in anfora.
Prodotto in quantità molto limitata (solo 830 bottiglie), Ziru, dal nome in sardo che indica le giare e le anfore in ceramica che servivano ai contadini per conservare talvolta anche l’olio, “è un vino senza tempo, plasmato dalle pazienti macerazioni” commenta la fondatrice, una laurea in agraria e master in enologia alla fondazione Mach di Trento. Un vino nato dalla vendemmia 2017 che sembra voler premiare la lunga attesa che occorre poi per poterlo assaporare. I grappoli di uva sono stati raccolti manualmente la scorsa estate e il mosto ottenuto è stato versato nelle anfore per 24 mesi dove ha concluso la fermentazione. Il risultato è inaspettato. “Emergono ricche note floreali, accompagnate da una spiccata mineralità e da un tannino levigato dalla terracotta” si legge nella nota di presentazione.
La cantina Antonella Corda, a Serdiana (nella foto sopra), a pochi chilometri da Cagliari, continua così la tradizione lasciata dal nonno Antonio Argiolas, quello dell’amore per la terra.”La nostra famiglia – spiega Antonella (nella foto sotto col marito enologo) – ha sempre rispettato la terra come fosse una madre, consapevole del grande lavoro che serve per ottenere vini pregiati e al tempo stesso genuini. I nostri tre vini attualmente sul mercato, il Nuragus di Cagliari doc, il Vermentino doc di Sardegna e Cannonau di Sardegna raccontano tutta l’essenza e la forza della nostra Isola”. Oggi, l’obiettivo è quello di fare un ulteriore passo, trasformare la tradizione dell’azienda di famiglia in un’innovativa ‘boutique winery’ (letteralmente una cantina boutique) specializzata esclusivamente nella produzione di vini sardi di qualità, in grado di raccontare al mondo la storia e la ricchezza della Sardegna.
E sempre il Vermentino, ma questa volta di Gallura, è stato protagonista, nei giorni scorsi, sul palcoscenico dell’associazione italiana sommelier di Milano. Tre cantine del nord est (Tenuta Matteu, Surrau e Tenute lbios), guidate dalla sommelier sassarese Sofia Carta (premiata nel 2018 come sommelier dell’anno), hanno presentato con grande successo i loro vini prodotti con uva vermentino raccontando, e facendo degustare, tutte le ricchezze di un territorio straordinario come la Gallura.
Donatella Percivale