Andrea e Simone, orgoglio down: “Noi siamo belli”

La storia di Andrea Zoccheddu e Simone Nieddu, i due amici campioni: l’uno nello judo, l’altro nell’atletica.

Andrea Zoccheddu aveva 12 anni quando a mamma Rita chiese a chi assomigliasse. Era la prima volta che faceva una domanda così. Lei, con dolcezza, rispose: “Un po’ a me, un po’ a papà“. Andrea ribattè: “No, non è vero, io somiglio a Simone“. A Simone Nieddu, l’amico del cuore, conosciuto al Centro down onlus di via Monte Sabotino, a Cagliari, dove i due ragazzi si incontrarono quanto erano bambini. E oggi che Andrea ha 27 anni e Simone 24, ancora si frequentano.

Non sono chiacchieroni, Andrea e Simone. Ma si capisce dagli abbracci il valore di quella frequentazione cominciata quando si gioca solo per istinto, e dell’amicizia nulla si sa. Ci pensano le mamme a raccontare dei due ragazzi. E oltre a Rita, ecco Vittoria. Le foto sul cellulare rubano la scena: perché Andrea, si scopre adesso, è una cintura nera di judo; Simone, invece, è fresco di record mondiale nei 400 piani.

Due storie di sport, sì, e così dovrebbero restare, prendendo la sola piega della fatica e della disciplina quotidiana, visto che Andrea va sul tatami tre volte a settimana, mentre Simone si allena dal lunedì al venerdì. Ma quella cintura nera è come se emozionasse di più, quel record nei 400 d’improvviso sembra valere doppio. Perché il farcela non sempre è una cosa scontata.

Andrea e Simone hanno in comune anche un diploma all’istituto tecnico Deledda di Cagliari e un lavoro ancora da trovare. Andrea per qualche mese ha fatto il bidello nella sua ex scuola superiore. Poi non lo hanno chiamato più. Simone solo per qualche tempo ha potuto dare una mano nella pizzeria del fratello.

Si abbracciano, i due ragazzi, mentre posano per la foto. Andrea dice di sé: “Io sono bello. Ma non va bene quando mi comporto male. E nemmeno quando mi prendono in giro”. La sua priorità ce l’ha chiara pure Simone: “La cosa più importante è la mia famiglia”.

Alessandra Carta
(@alessacart on Twitter)

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