Due detenuti sono morti nelle ultime 24 ore nella Casa circondariale di Cagliari-Uta. A renderlo noto Maria Grazia Caligaris dell’associazione “Socialismo diritti riforme”: “La prima vittima si è registrata nella tarda serata di ieri e si tratta di C.G., cagliaritano, trovato senza vita nella sua cella. Sembra che per stordirsi abbia fatto uso del gas contenuto nella bomboletta utilizzata per scaldare il cibo. L’altro decesso si è verificato all’alba e ha riguardato L.V., ricoverato all’ospedale Brotzu per le precarie condizioni di salute”. Caligaris ha detto anche che “appare paradossale che in un istituto nuovo debbano ancora essere disponibili le bombolette di gas”.
“La notizia della morte dei due detenuti – ha continuato Caligaris – avviene in un momento molto particolare della casa circondariale dove la presenza di persone con gravi patologie è ormai una costante. Nel caso di L.V., si è trattato di una complicazione imprevedibile in quadro diagnostico peraltro difficile. Per quanto riguarda invece C.G., si ritiene che ancora una volta sia stata una condizione psicologica particolarmente fragile a indurlo a usare il gas “.
“L’impegno assunto dalla polizia penitenziaria per contrastare l’ingresso in carcere di sostanza d’abuso – afferma ancora l’esponente di Sdr – non è più sufficiente. La massiccia presenza di tossicodipendenti con problemi psichici genera uno stato di costante allerta ma è evidente che in un istituto così grande e dispersivo è più facile riuscire a nascondere le sostanze e trovare poi il modo per farle circuitare. Occorre quindi trovare strumenti per una prevenzione più oculata e contemporaneamente favorire la presa in carico dei pazienti tossicodipendenti, specialmente quelli più fragili”.
“Nell’esprimere cordoglio ai familiari dei detenuti – conclude Caligaris –, l’associazione è vicina anche alla famiglia dell’agente penitenziario suicidatosi ieri ed esprime solidarietà all’intero corpo”.