Ancora allarme sanità, i sindaci della Trexenta si mobilitano: “La situazione sta peggiorando”

Sindaci della Trexenta insieme per lanciare un sos contro “il lento smantellamento della sanità territoriale“. Dal 2019 – denunciano in una nota Massimiliano Garau (Suelli), Paola Casula (Guasila), Alessio Piras (Selegas), Maria Carmela Lecca (Ortacesus), Damiano Aresu (Pimentel), Alessandro Pireddu (Senorbì), Antonello Perra (Siurgus Donigala), Terenzio Schirru (Gesico), Antonio Cappai (Guamaggiore) – sono scoperte le ore di specialistica fisiatria (impossibilità per le persone di ricevere le visite a domicilio, nonché i rinnovi dei Piani fisiatrici per i pazienti in cure domiciliari integrate, e interruzione di consegna di carrozzine, letti e ausilio vari). Da anni manca uno specialista che possa effettuare le visite a domicilio per i malati oncologici.

Dal mese di ottobre 2019 nel consultorio mancano l’assistente sociale, il pediatra e il ginecologo, manca il dirigente medico responsabile delle cure domiciliari e del Punto unico di accesso. Abbiamo assistito ad un progressivo e gravissimo depotenziamento del servizio di distribuzione farmaci distrettuale (farmacia del distretto) con la riduzione delle ore di apertura della farmacia a due volte al mese con grave penalizzazione per i pazienti in CDI”. La lista dei problemi segnalati è molto più lunga. “Riteniamo non si possa aspettare, è necessaria e doverosa una riflessione approfondita sul futuro della sanità territoriale in Trexenta e in tutto il distretto sanitario”. I sindaci annunciano che diserteranno la cerimonia di intitolazione della nuova casa di comunità Giorgio Oppi, politico recentemente scomparso. “Gesto apprezzabile e di grande sensibilità, ma pensiamo sia proprio quella l’occasione per dimostrare alle autorità regionali presenti la nostra delusione e preoccupazione per le politiche sanitarie attuate fino ad ora e chiedere maggiore attenzione per la salvaguardia del diritto alla salute: chiediamo che l’atto aziendale non sia approvato nello schema proposto ma che si provveda a reintegrare la struttura complessa – Centro di salute mentale (Cagliari 4) oltre che sia avvii in tempi celeri un piano per la sostituzione del personale mancante al fine di garantire i servizi sanitari a tutta la cittadinanza”.

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