Ambulanze inseguite da negazionisti del Covid che fotografano e pubblicano gli scatti sui social insinuando dubbi e complotti contro chi agisce in prima linea nella lotta al coronavirus. Succede anche in Sardegna. Dopo i numerosi casi segnalati in tutta Italia, anche nell’Isola si registra il primo caso eclatante. Da ieri su Facebook circola un post corredato da foto scattate a un’ambulanza del 118 lungo la strada tra Valledoria e Tempio.
Il commento di chi scrive è simile a quelli di tanti negazionisti del Covid: “Sirene e lampeggianti accesi. Va a 30 chilometri orari fino a Tempio dove spegne le sirene e continua ad andare a 30. Lo seguo giusto un po’. La curiosità è femmina e io femmina sono. Nella cabina di guida c’è solo una persona. L’autista è mi pare molto, molto rilassato”.
Una circostanza assolutamente normale sulla quale però vengono posti dubbi infondati. Che vengono respinti al mittente da Alessio Spano, responsabile della base del 118 di Valledoria, dopo aver letto il messaggio. “Mi sento in dovere di rispondere al post di una signora che ritrae il nostro mezzo mentre proseguiva con un paziente verso il Pronto soccorso di Tempio. Non entro nei dettagli dell’intervento e sul perché il mezzo proseguiva a bassa velocità, ma solo chi è del settore o un po’ sveglio può sapere e capire il perché delle basse andature durante un’intervento. Poi non mi sembra cosi difficile capire che nel vano sanitario ci sono due persone dell’equipaggio più il paziente, mi fa davvero strano arrivare al punto di dover ‘spiegare’ cose così ovvie”.
Ecco dunque la spiegazione: “Quello che più mi amareggia oltre al testo del post sono i commenti, che inneggiano alla falsità, al complottismo più ignorante atto a colpire un settore che sta lavorando a livelli pressoché assurdi in un periodo difficile come questo. Mi dispiace per i miei ragazzi che erano in servizio su quel mezzo, ma mi dispiace anche per tutti gli altri equipaggi che ‘grazie’ a persone come quelle del post vengono denigrate, screditate e trattati a pesci in faccia, stigmatizzando e facendo credere che le ambulanze con i loro equipaggi abbiano il tempo, la voglia e le risorse di girare a vuoto con le sirene accese senza paziente a bordo. Fantascienza. È un offesa per tutte quelle persone che lavorano nel sistema con un carico assurdo. Ormai Facebook dà voce a tutti – conclude -, anche a persone così, che non credono a qualcosa che purtroppo esiste, c’è e fa male”.
Andrea Deidda