Una visita per parlare con gli studenti dei rapporti economici tra Egitto e Italia si sta trasformando in un caso nazionale che vede da un lato l’ospite d’onore, l’ambasciatore egiziano Hisham Badr, e dall’altro gli studenti del liceo scientifico di Macomer. Ai ragazzi, secondo la denuncia anonima fatta da uno degli studenti sulla testata on line Fanpage, sarebbe stato vietato dalla dirigente scolastica di fare domande all’ambasciatore sull’omicidio di Giulio Regeni, inoltre l’incontro con il diplomatico sarebbe stato tenuto in qualche modo segreto e non sarebbe aperto a tutti, ma solo ad un numero ristretto di ragazzi e invitati. Nel giro di poche ore la notizia del fantomatico divieto ha fatto il giro d’Italia innescando un polverone di polemiche. Lo stesso ambasciatore egiziano, come riportato su La Stampa, ha già fatto sapere di “essere disponibile a rispondere alle domande su tutti i temi”. Nessun commento invece è arrivato dalla dirigente scolastica e nemmeno una spiegazione sull’invito a non fare domande su Regeni.
Chi ha organizzato l’appuntamento, sulle pagine Facebook, ha cercato di stemperare le polemiche, spiegando che non si è trattato di un divieto ma di un invito a non fare domande sul caso perché fuori dalla tematica principale. L’incontro infatti è legato al progetto internazionale Gamun – Global Action Model United Nations a cui hanno preso parte gli studenti del liceo di Macomer. I giovani hanno simulato dei lavori dell’Onu rappresentando anche l’Egitto. Una descrizione talmente minuziosa da colpire l’ambasciatore. Da qui la decisione di incontrare gli studenti il 30 ottobre prossimo. Tra i primi a dissociarsi in qualche modo dall’evento è stato il consigliere comunale di Macomer, Riccardo Uda che, il 23 ottobre sulla sua pagina Facebook, rispondendo all’invito ricevuto dalla dirigenza scolastica e dall’amministrazione comunale scrive un lungo intervento.
“Per svariate motivazioni, non solo di natura economica, ci sono ragioni di Stato che impongono ad una democrazia di continuare ad aver relazioni diplomatiche con altra nazione che non tutela i diritti civili delle persone – scrive sul suo profilo Uda -. L’Italia, nazione democratica che tutela la dignità delle persone anche dinanzi agli abusi commessi da organi di polizia, ha dovuto sopportare, anche per ragioni economiche, di continuare ad avere rapporti con l’Egitto che, come denunciato da Amnesty International, non collabora, anzi ostacola la ricerca della verità sull’omicidio di Giulio Regeni, giovane ricercatore italiano. Non riesco invece a comprendere perché una piccola comunità come la nostra conferisca onori e dignità da aula consiliare e da aula magna al rappresentante di un governo antidemocratico che pratica la tortura. Declino l’invito rivoltomi dall’amministrazione comunale e dall’istituto scolastico a partecipare ad un tale evento. Tuttavia non nascondo la curiosità sui contenuti del discorso che l’ambasciatore egiziano rivolgerà alla comunità macomerese, ma soprattutto gli insegnamenti che da tale incontro potranno trarre i nostri giovani studenti. Ritengo che chi amministra debba essere più oculato nel selezionare avvenimenti, magari approfondendo la storia che riguarda gli ospiti, perché anche il dovere di ospitalità ha dei limiti morali”.
In serata sul caso è anche intervenuto il parlamentare di Leu e membro della commissione cultura di Montecitorio, Nicola Fratoianni. “Mi è stato segnalato in queste ore un episodio che riguarda il liceo di Macomer, dove nei prossimi giorni sarà ospite l’ambasciatore egiziano in Italia. Nell’occasione la dirigente scolastica avrebbe imposto l’obbligo di conoscere in anticipo le domande degli studenti e il divieto di porre domande sul caso dell’omicidio di Giulio Regeni. A quanto pare però poi è stato lo stesso diplomatico a rendersi disponibile a rispondere a qualunque domanda dopo che è scoppiata la polemica. Rimane comunque aperta una questione: nella scuola italiana del 2019 può avere cittadinanza la censura? – sottolinea in una nota Fratoianni -. Sono certo che l’ufficio scolastico regionale e il Miur chiariranno ogni aspetto, garantiranno la libertà di espressione, prenderanno se necessario dei provvedimenti”.
Ma.Sc.