Alternanza scuola-lavoro al Poligono? Niente Quirra per gli studenti quartesi

Diciotto studenti del Primo Levi di Quartu avrebbero dovuto passare cinque giorni all’interno del Poligono di Quirra, ma sull’iniziativa legata all’alternanza scuola-lavoro si è alzato un polverone e l’Istituto tecnico economico tecnologico ha deciso di annullare tutto.  Il caso è stato sollevato da A Foras, il movimento “Contra a s’ocupatzione militare de sa Sardigna”, che ha ricordato un  precedente. “Dopo il caso dell’Istituto tecnico Mossa di Oristano, ecco un nuovo episodio in cui dirigenti scolastici e docenti decidono di mandare i ragazzi all’interno di un poligono militare a imparare non si sa bene cosa – scrivono – incuranti peraltro del fatto che su quello che è accaduto dentro quel poligono è in corso un processo presso il tribunale di Lanusei“. La notizia non è passata inosservata ed è arrivata sui quotidiani nazionali, il clamore scatenato ha fatto fare marcia indietro alla scuola superiore quartese che avrebbe dovuto mandare i ragazzi all’interno del Pisq, il Poligono interforze del Salto di Quirra gestito dall’Aeronautica.

Il sito militare da anni è al centro delle polemiche e dei processi per i rischi legati alle sostanze utilizzate: perché diciotto ragazzi di Quartu dovrebbero passare cinque giorni a Quirra? “Abbiamo agito tenendo in considerazione le parti che ci interessavano di quell’attività, quella amministrativa – spiega il dirigente scolastico, Massimo Siddi -. Si tratta di dieci ragazze e otto ragazzi del tecnico commerciale, da inserire nei settori amministrativi, negli uffici, tra i sistemi informatici gestionali della base come quelli per la gestione dei magazzini, tutti aspetti legati al loro percorso di studi: il pane quotidiano per un moderno ragioniere”. Il preside precisa anche dove avrebbero dovuto svolgere il progetto: “Non nella parte operativa con rampe di lancio o altri impianti simili, il settore di impiego dei ragazzi sarebbe stato da tutt’altra parte in luoghi sicuri e controllati”.

L’idea ha però fatto storcere il naso a tanti e la crescita delle polemiche ha spinto al scuola a una marcia indietro improvvisa.  “L’Istituto Primo Levi, alla luce del clamore suscitato dal percorso di alternanza scuola-lavoro relativo alla esperienza stagistica presso la Base Interforze di Perdasdefogu – si legge nell’avviso pubblicato sul sito della scuola quartese – dopo avere riesaminato l’intero progetto, pur confermandone la validità riguardo alla acquisizione di competenze trasversali e professionali attenenti al percorso di studi, pur avendo acquisito il parere favorevole delle famiglie interessate, ritiene opportuno non procedere alla sua realizzazione”.

Il preside ci tiene a  sottolineare che si sia trattato di un processo iniziato dal suo predecessore tre anni fa, con sopralluoghi nella struttura e verifiche preliminari dei compiti che avrebbero dovuto svolgere i ragazzi. I possibili rischi per gli studenti sarebbero stati tenuti nella giusta considerazione. “Il ragionamento sui rischi è stato fatto in fase di progettazione, allora furono prese le informazioni necessarie, abbiamo ingegneri chimici e ambientali che ci hanno aiutato – spiega Siddi – come scuola abbiamo una forte sensibilità verso i problemi ambientali e abbiamo l’indirizzo chimico-ambientale: siamo forse gli unici in Italia dove i ragazzi imparano a misurare i livelli di radon nel terreno e negli edifici”. Gli aspetti legati ai rischi sono stati rimessi in discussione questi giorni, col montare delle polemiche, fino alla scelta finale di annullare la partenza. “Nonostante i genitori dei ragazzi ci tenessero che andassimo avanti e la delusione degli studenti che erano pronti a fare questa esperienza”, conclude Massimo Siddi.

Sulla questione interviene anche il sindaco di Quartu, Stefano Delunas, che da anni lavora in mezzo ai militari in qualità di dipendente civile dell’Esercito. “Il dibattito sul tema delle servitù esiste da sempre e il mio parere, da ex sindacalista civile e profondo conoscitore del lavoro svolto nei poligoni di addestramento per le operazioni internazionali di peace-keeping, non può che essere positivo – commenta il primo cittadino -. Il progetto infatti non aveva certo lo scopo di selezionare i guerrafondai del futuro, bensì di far conoscere alle nuove generazioni la variegata gamma di professionalità di cui sono in possesso le forza armate”. Secondo Delunas non si sarebbero sotterrati i dubbi e le polemiche sulle sostanze e sui rischi nel Salto di Quirra. “Le tematiche legate all’inquinamento ambientale e alla malattie cancerogene – conclude – sarebbero state sicuramente oggetto di confronto e analisi tra studenti e addetti preposti alla salute del personale militare e civile che opera nel poligono”.

Marcello Zasso

 

 

Diventa anche tu sostenitore di SardiniaPost.it

Care lettrici e cari lettori,
Sardinia Post è sempre stato un giornale gratuito. E lo sarà anche in futuro. Non smetteremo di raccontare quello che gli altri non dicono e non scrivono. E lo faremo sempre sette giorni su sette, nella maniera più accurata possibile. Oggi più che mai il vostro supporto è prezioso per garantire un giornalismo di qualità, di inchiesta e di denuncia. Un giornalismo libero da censure.

Per ricevere gli aggiornamenti di Sardiniapost nella tua casella di posta inserisci la tua e-mail nel box qui sotto:

Related Posts
Total
0
Share