Gli avvocati difensori di parte civile rappresentanti delle sei vittime che morirono a Olbia il 18 novembre 2013, uccise dal ciclone “Cleopatra” che sconvolse tutta la Gallura, chiedono alla Procura di Tempio di impugnare la sentenza con cui il 29 settembre 2017 sono stati assolti gli imputati del processo di primo grado sull’alluvione. Gianni Giovannelli, ex sindaco di Olbia, Alberto Ragnedda, ex sindaco di Arzachena, Antonello Zanda, Gabriella Palermo e Giuseppe Budroni, dirigenti del Comune di Olbia, e Federico Cerruti Ferrarese, dirigente dell’ex provincia Olbia Tempio erano, infatti, usciti dal processo che li vedeva accusati di disastro colposo e di omicidio colposo.
Ora i legali Alexander Russo, Mario Perticarà, Domenico Putzolu e Giampaolo Murrighile hanno depositato in Procura, a Tempio, un “atto d’impulso”, con cui chiedono al procuratore, Andrea Garau, di impugnare quella sentenza di assoluzione. Da parte loro, Russo e Perticarà, che rappresentano separatamente le sorelle Antonietta, Paola e Domenica Casalloni, figlie di Anna Ragnedda, sorpresa e uccisa dalla piena nella sua casa ad Olbia, hanno già impugnato la sentenza di primo grado, la scorsa settimana. Adesso con l’atto di impulso presentato in Procura, sperano che il procuratore di Tempio ricorra in appello. Nelle richieste delle parti civili, si chiede anche “la condanna in solido con il responsabile civile, Comune di Olbia, in persona del sindaco in carica, al risarcimento di tutti i danni, in favore dell’appellante, parte civile costituita”. La Procura ha ancora nove giorni di tempo per dare seguito alle richieste delle parti civili e impugnare la sentenza.