Seicento uomini tra Protezione civile, forze di polizia, vigili del fuoco, Corpo forestale di vigilanza ambientale, Forestas, Croce rossa e Capitaneria di porto, 50 mezzi della colonna mobile della Protezione civile regionale, 200 volontari dispiegati su sei Comuni del bacino del Flumendosa, in più l’utilizzo di droni per il monitoraggio e l’impiego della più grande pompa idrovora presente in Sardegna.
Sono alcuni dei numeri della grande esercitazione di protezione civile che si è svolta oggi nel territorio del Sarrabus-Gerrei, la prima sul rischio alluvioni realizzata nell’Isola su scala reale in un territorio così esteso. Un banco di prova per il sistema regionale dell’emergenza. “La Regione Sardegna – spiega l’assessore dell’Ambiente, Gianni Lampis – per la prima volta sperimenta la concretezza di un’esercitazione sul campo di questa portata. Un’iniziativa utile per conoscere la reale esigenza dei territori coinvolti”.
Simulate nell’esercitazione, a partire dalle otto, tutte le fasi dell’emergenza, dall’attivazione dei Coc (Centri operativi comunali) nei singoli Comuni di Ballao, Armungia, Villasalto, Villaputzu, San Vito e Muravera, al successivo coinvolgimento, con l’aggravarsi della criticità, del Ccs (Centro coordinamento soccorsi presso la prefettura di Cagliari) e della Centrale operativa della protezione civile regionale. “L’esercitazione che abbiamo messo a punto – spiega Antonio Belloi, direttore generale della Protezione civile regionale – ci ha dato la possibilità di testare il funzionamento dell’apparato insieme a tutte le forze sul campo. Un’opportunità che vuole essere il punto di partenza per creare un modello da portare su tutto il territorio della Sardegna”.