Alluvione Capoterra, le parti civili: “I cittadini lasciati soli”

I cittadini durante l’alluvione sono stati lasciati in balia di loro stessi“. Così l’avvocato Gianfranco Sollai, parte civile per la famiglia di una delle quattro vittime, Speranza Sollai, ha concluso la propria arringa al processo a Cagliari per l’alluvione del 22 ottobre 2008 a Capoterra. Dopo i pubblici ministeri Guido Pani e Daniele Caria, che hanno chiesto tre condanne per il solo reato di omicidio colposo e l’assoluzione per tutti dall’accusa di inondazione colposa, la parola è passata ai primi legali di parte civile. Parleranno in molti, visto che oltre ai familiari di chi ha perso la vita, al processo si sono costituiti anche tanti cittadini che hanno subito danni ingenti. Oggi dopo Sollai sono poi intervenuti gli avvocati Adriano Solla e Roberto Delogu (parte civile per il figlio di Licia Zucca, un’altra delle vittime). A differenza dei due pubblici ministeri, i primi legali di parte civile hanno chiesto al collegio della prima sezione del Tribunale, presieduto da Claudio Gatti, di valutare la responsabilità penale anche degli imputati per i quali i magistrati avevano sollecitato l’assoluzione dall’accusa di omicidio volontario, così da determinare un congruo risarcimento dei danni per chi ha perso i propri cari. I pm Pani e Caria avevano chiesto la condanna a un anno e otto mesi solo per Giovanni Calvisi, presidente della cooperativa Poggio dei Pini, Antonio Deplano e Sergio Virgilio Cocciu, rispettivamente direttore e funzionario del Genio Civile. Assoluzione, invece, per gli altri cinque imputati perché il fatto non sussiste o perché il fatto non costituisce reato. Tra questi anche l’ex sindaco di Capoterra, Giorgio Marongiu. Il processo è stato aggiornato al 5 dicembre prossimo.

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