Alluvione 2013, un carabiniere in aula: “Mancate misure di protezione”

Nonostante l’allerta diramato dalla Protezione civile il giorno prima del passaggio del Ciclone Cleopatra, nel Nord Sardegna il 18 novembre 2013 non sarebbero state adottate tutte le misure previste per proteggere la popolazione. E’ quanto emerso nell’aula del Tribunale di Tempio Pausania durante la deposizione del tenente colonnello del comando provinciale dei Carabinieri di Sassari, Antonio Fiorillo, uno degli investigatori che si occupò delle indagini.

L’ufficiale è stata chiamato a testimoniare nell’ambito del processo per i morti e i danni causati dalla tragica alluvione di due e anni e mezzo fa, che provocò nella sola Gallura 13 vittime. Il militare, con dovizia di particolari, ha ricostruito ogni minuto delle giornate del 17 e 18 novembre 2013: dall’ emanazione dell’allerta meteo di criticità elevata per rischio idrogeologico partita da Roma il 17 sino alle ordinanze di chiusura delle scuole arrivate, però, quando il dramma si era consumato.

Fiorillo ha risposto alle domande del Pm Domenico Fiordalisi, che si sono concentrate sui livelli di responsabilità per il mancato preavviso, ma anche alle sollecitazione degli avvocati di parte civile e della difesa. In particolare, rispondendo all’avvocato Mario Perticarà, che patrocina i familiari di una delle vittime, il tenente colonnello ha puntualizzato come ilcomune di Olbia nel 2008 avesse commissionato un adeguamento al Piano di assetto idrogeologico della città (Pai), consegnato poi all’amministrazione nel 2011, ma mai recepito. Un documento, è stato precisato, che mappava le zone a rischio, quelle che nel pomeriggio del 18 novembre furono le più colpite dal Ciclone.

Si torna in aula il 14 e 18 marzo prossimi con le deposizioni di alcuni investigatori, compreso il comandante dei vigili urbani di Olbia, Gianni Serra.

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