Alluvione 2013, la difesa: “Il crollo del ponte a Oliena è stato una disgrazia”

Il proscioglimento di tutti e 34 gli indagati – in gran parte tecnici, dirigenti e amministratori locali e regionali – è stato chiesto dai difensori davanti al Gup di Nuoro, Giuseppe Pintori, nella terza udienza preliminare per il crollo del ponte di Oloè a Oliena, in provincia di Nuoro, durante la tragica alluvione del 18 novembre 2013 in Sardegna. In quella circostanza morì l’agente di polizia Luca Tanzi e rimasero gravemente feriti tre suoi colleghi, che insieme scortavano un’ambulanza sulla provinciale Oliena-Dorgali. Gli avvocati della difesa hanno parlato di evento climatico eccezionale e non di negligenza o dolo da parte degli imputati. Il giudice deciderà nel merito nell’udienza fissata per il 18 novembre prossimo, a tre anni esatti dall’alluvione. Nell’udienza scorsa, invece, i legali delle parti civili – che rappresentano la vedova e i figli di Luca Tanzi e Gavino Virdis, uno dei quattro poliziotti coinvolti nell’incidente – avevano sollecitato la condanna dei responsabili. L’inchiesta sul crollo del ponte di Oloè è un ramo di un’indagine più ampia che conta in tutto 76 indagati. L’altro troncone, dove sono coinvolte 38 persone, è quello che cerca di far luce sulla morte dell’anziana di Torpé Maria Frigiolini, annegata nella propria abitazione dopo l’esondazione della diga Maccheronis. Dieci indagati sono coinvolti in entrambe le inchieste. Si tratta dell’ex presidente della Provincia di Nuoro Roberto Deriu, l’allora comandante provinciale del Corpo Forestale Gavino Diana e l’ex direttore generale del Corpo Carlo Masnata, gli ex assessori provinciali Franco Corosu e Paolo Porcu, il responsabile della Protezione civile per la Provincia Paolo Marras, i dirigenti provinciali Antonio Gaddeo, Mario Viola, Giovanni Deiana, Giovanni Pirisi, Maria Lucia Fraghì e Sebastiano Bussalai.

 

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