Hanno trascorso la notte con i loro trattori al porto di Cagliari, dove pastori e agricoltori sono intenzionati a mantenere il presidio almeno fino a domani (1 febbraio) per protestare contro le politiche e i vincoli dell’Unione europea sulle produzioni nelle campagne.
Intanto oggi una delegazione sarà da Argea, agenzia per la gestione e l’erogazione degli aiuti in agricoltura, e Laore, l’Agenzia per l’attuazione dei programmi regionali in campo agricolo e per lo sviluppo rurale, per fare il punto sulle pratiche e sugli aiuti in arrivo per le campagne sarde.
“Rimarremo al porto di Cagliari per almeno 3 giorni, poi la protesta si estenderà anche a Oristano, Sassari e Nuoro in base a come andrà a livello nazionale”. Così Roberto Congia, fra i portavoce della manifestazione di questa mattina – organizzata da Riscatto agricolo e Movimento pastori – che ha visto arrivare a Cagliari “un migliaio di manifestanti” – ha detto Congia – con “50 trattori”. La protesta di agricoltori e pastori contro le politiche della Ue potrebbe dunque andare avanti toccando le altre città della Sardegna, in attesa di eventuali sviluppi.
Allevatori e contadini spiegano di essere intenzionati a rimanere a Cagliari, fino a quando non arriverà qualche segnale positivo sulle istanze da loro sollevate. L’obiettivo della protesta è quello di fare in modo che le politiche di Bruxelles tengano conto delle esigenze peculiari dell’Isola. Tra i manifestanti, il Movimento pastori sardi e un comitato chiamato Riscatto agricolo. “Ridateci il nostro futuro”, dice un cartello. E un trattore porta una bara a simboleggiare la morte dell’agricoltura in Sardegna. (im)