Allerta declassata, è codice arancione. Calcolati i quantitativi record di pioggia

Fenomeni eccezionali. Con quantità superiori del doppio o del triplo rispetto alla pioggia normalmente registrata negli anni in Sardegna. Il record spetta a Capoterra, dove in 12 ore sono caduti 353 millimetri d’acqua, pari a oltre il triplo di quanto ci si può aspettare tenendo conto delle statiche delle piogge degli ultimi venti anni. Basti pensare che sono 600 i millimetri stimati in un anno.

Il dato sulla pioggia caduta si ricava dal bollettino meteorologico dell’Arpas. Situazione analoga in Ogliastra: a Tertenia – dati aggiornati a ieri – si oscilla su valori pari al doppio. Con punte, nelle tre ore tra le 3.42 e le 6.42 del mattino, pari quasi al triplo rispetto alla “prevedibile” normalità. Segnate in blu, il colore più ‘pericoloso’ delle tabelle degli esperti, anche la zona di Uta, Villaspeciosa e San Vito, nel sud Sardegna.

Intanto il livello di allerta per rischio idrogeologico e idraulico nella Sardegna meridionale e orientale verrà declassato ad arancione (moderato) a partire dalle 14 di oggi, fino alla mezzanotte. Per domani, venerdì 12 ottobre, il codice sarà invece giallo (ordinario). Lo comunica la Direzione generale della Protezione civile regionale nel bollettino pubblicato sul sito. “L’attenzione rimane comunque altissima e il sistema della Protezione civile continua a monitorare e coordinare le operazioni su tutte le zone colpite dall’ondata di maltempo di queste ultime ore”, conferma Pietro Massidda, responsabile della Sala operativa della Protezione civile regionale.

Sulle piogge straordinarie di questi giorni ha preso posizione anche Legambiente. “Il maltempo che sta mettendo nuovamente in ginocchio l’Italia, e in particolare la Sardegna – si legge in una nota -, ci ricorda ancora una volta come sia sempre più necessario affrontare la sfida dei cambiamenti climatici con interventi mirati, politiche di adattamento e attività di prevenzione e riduzione del rischio idrogeologico. Si tratta di azioni non più rinviabili, ma soprattutto si deve arrivare al più presto all’approvazione di una strategia del Governo sull’adattamento al Clima e a nuove politiche per le città più a rischio, chiarendo come si intende affrontare quest’emergenza, anche alla luce della chiusura della struttura di missione Italia Sicura”. Così Giorgio Zampetti, direttore generale di Legambiente, in merito all’emergenza maltempo che nelle ultime ore imperversa in Sardegna.

Secondo i dati aggiornati di Legambiente, riportati nella mappa del rischio climatico www.cittaclima.it, sono 234 i Comuni italiani dove, dal 2010 ad oggi, si sono registrati impatti rilevanti, con 394 fenomeni meteorologici estremi, 122 allagamenti, 54 esondazioni fluviali e 116 i casi di danni a infrastrutture causati da piogge intense. Nel solo 2018 ci sono stati 105 eventi meteorologici estremi, di cui 49 allagamenti o alluvioni. Ancora più rilevante è il tributo che si continua a pagare in termini vite umane e di feriti: dal 2010 al 2017 sono, infatti, oltre 157 le persone vittime di questi fenomeni e oltre 45mila quelle che sono state sgomberate (dati Cnr). L’Italia è un Paese tra i più delicati dal punto di vista idrogeologico con 7.145 Comuni (l’88% del totale) che hanno almeno un’area classificata come ad elevato rischio idrogeologico, e con oltre 7,5 milioni gli italiani che vivono o lavorano in queste aree.

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