Allarme di Coldiretti: “Attenti al pecorino contraffatto”

Mentre prosegue il braccio di ferro sui maialetti all’Expò di Milano, l’altra eccellenza della produzione alimentare sarda, il pecorino, continua a essere e rischio. Anzi, proprio il periodo particolarmente florido che attraversa – con l’ascesa un’ascesa dei prezzi definita “inarrestabile – accentuano il pericolo delle frodi alimentari. Un fenomeno che, come rivela un’indagine della Coldiretti basata sull’esame dei sequestri di prodotti contraffatti, in campo nazionale è cresciuto del 277 per cento rispetto al 2008, anno d’inizio della crisi economica.

Un “crimine odioso”, lo definisce la Coldiretti. Perché va a colpire le fasce più povere della popolazione, alla continua ricerca di prodotti low cost per far fronte alla crisi. E’ di pochi giorni fa la notizia della “fine della dieta Mediterranea” per gli italiani meno abbienti. Dal 2008 si è avuto un calo del 25 per cento del consumo di olio d’oliva, del 19 per cento del vino e del 7 per cento della frutta e dalla verdura fresche.

Il pecorino è in controtendenza: “Attraversa un periodo felice, con maggiore richiesta da parte del mercato ed il conseguente aumento del prezzo”, sottolineano il presidente e il direttore di Coldiretti Sardegna, Battista Cualbu e Luca Saba. Ma quei dati sulla crescita delle contraffazioni, inducono a moderare la soddisfazione e a tenere gli occhi ben aperti. “Già in passato – continuano Cualbu e Saba – sono stati smascherati tentativi di contraffazione, qualcuno grazie anche a noi. Per questo, nonostante gli ottimi risultati dell’attività di contrasto messa in atto dalla Magistratura e da tutte le forze dell’ordine impegnate, è necessario tenere alta la guardia e stringere le maglie troppo larghe della legislazione a partire dall’obbligo di indicare in etichetta la provenienza della materia prima impiegata”.

L’aggettivo “inarrestabile”, a proposito della scalata dei prezzi del pecorino, è stato introdotto all’inizio di questo mese di marzo, con l’ultimo aggiornamento sull’andamento del mercato. “Abbattuto a gennaio il muro dei 9 euro al chilo – ha sottolineato la Coldiretti – adesso punta ai 10 euro”. Aveva, infatti, già toccato i 9 euro e 20 centesimi, con relativo aumento del prezzo del latte, con contratti oltre l’euro.

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