Allarme alte temperature: crescono rischi per la salute, prezzi e ansia da eventi climatici estremi

Il 2024 è l’anno più caldo mai registrato dal 1850. Lo conferma il Servizio per il Cambiamento Climatico di Copernicus (Copernicus Climate Change Service – C3S): è l’anno più caldo mai registrato a livello globale e il primo anno solare in cui la temperatura media globale ha superato di 1.5°C il livello preindustriale. 

Commentano il dato gli esperti della Società Italiana di Medicina Ambientale (Sima): l’aumento delle temperature “ha effetti diretti sulla salute umana e l’ambiente, incrementa il rischio di malattie trasmesse tramite acqua, cibo, insetti e parassiti, e altera l’ecosistema provocando conseguenze sul piano alimentare attraverso un drastico calo di produzioni e coltivazioni con conseguenze su materie prime e prezzi al dettaglio“.

Il surriscaldamento globale altera l’equilibrio di tutti gli ecosistemi minacciando gli elementi essenziali della vita umana come acqua, aria e cibo, e modifica la frequenza e la distribuzione di molte malattie infettive . L’aumento delle temperature medie “crea le condizioni ideali per la trasmissione di molteplici agenti patogeni: grazie alla maggiore umidità proliferano ad esempio zecche, zanzare e parassiti che diffondono malattie anche gravi come il virus Zika, la febbre dengue e la malaria.

Ma a crescere è anche il rischio di malattie idrotrasmesse: piogge intense e alluvioni, eventi direttamente connessi al cambiamento climatico, fanno straripare corsi d’acqua e mandano in tilt le reti fognarie, diffondendo tra la popolazione agenti virali quali virus delle epatiti A ed E, Enterovirus, Adenovirus, Norovirus, Rotavirus, contaminando anche la catena alimentare”.

E proprio sul fronte alimentare, le temperature più alte “danneggiano le coltivazioni in determinate aree del mondo, provocando un taglio alle produzioni di materie prime indispensabili e un fortissimo aumento dei prezzi al dettaglio, come sta avvenendo a livello globale ad esempio per il caffè e il cacao”. A tali fenomeni “si associa quello psicologico, che non deve essere sottovalutato- afferma il presidente Sima, Alessandro Miani- E’ stato di recente coniato il termine “solastalgia” per indicare proprio l’angoscia provocata dal drastico cambiamento del clima: gli eventi climatici estremi provocano uno stato di stress e ansia tra i cittadini più vulnerabili che può sfociare in disturbi post-traumatici e addirittura in suicidi”. 

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