“Era una comunicazione doverosa, da parte dell’azienda”. Questo il commento che il direttore di stabilimento Fabio Carboni ha comunicato ai rappresentanti dei lavoratori Alcoa, questo pomeriggio, riferendosi alla decisione irrevocabile di dismettere lo stabilimento di Portovesme. “La decisione – si legge nel comunicato aziendale di ieri – scaturisce dal fatto che le condizioni che hanno portato alla fermata della produzione nel 2012, elevati costi di produzione legati principalmente al costo dell’energia, non sono cambiate. Fino ad oggi, continua ancora la nota Alcoa, non abbiamo ricevuto offerte formali per rendere operativo lo smelter, condizioni essenziali per la vendita, in assenza delle quali si procedera’ allo smantellamento dell’impianto”.
I sindacati parlano apertamente, invece, di ‘palesi azioni di disturbo con una tempistica elaborata a tavolino’ da parte della multinazionale americana in un momento delicato come questo in cui vi e’ una trattativa in atto seria e importante con un altro colosso mondiale dell’alluminio, la svizzera Glencore. ” Lo stabilimento di Portovesme – afferma Bruno Usai, Rsu Fiom-Cgil – con tariffe elettriche adeguate, ha già dimostrato negli anni passati di essere competitivo sui mercati mondiali. I dati oggettivi non possono essere messi in discussione”. La tensione fra i lavoratori resta dunque alta in attesa che dal Ministero dello Sviluppo Economico e dalla Regione sarda giungano notizie sullo stato della trattativa, cosi come resta piu’ vivo che mai il presidio costruito davanti alla fabbrica. La cassa integrazione cesserà il 31 dicembre poi, per i circa 450 lavoratori diretti, si apriranno le porte delle liste di mobilita’.
Carlo Martinelli