Alcoa, gli operai di nuovo a Roma

Sono in viaggio per Civitavecchia i 300 lavoratori dell’Alcoa che domani alle 13 avranno un incontro sul futuro dello stabilimento al ministero dell’Economia, con il sottosegretario Claudio De Vincenti. L’incontro è ritenuto molto importante, se non decisivo, dai sindcati. Ma ancora è impossibile sapere se al vertice romano sarà presente una delegazione della proprietà.

I lavoratori, che si erano dati appuntamento nel pomeriggio di fronte ai cancelli dello stabilimento, hanno noleggiato sei pullman e hanno raggiunto Olbia in serata per poi imbarcarsi sul traghetto per il Continente.

“La situazione della fabbrica del Sulcis, chiusa da un anno – ha ricordato il coordinatore per la siderurgia della Uilm, Guglielmo Gambardella –  si è ulteriormente aggravata la settimana scorsa con l’avvio delle procedure di licenziamento collettivo per tutti i dipendenti, poco meno di 500, dal primo gennaio 2014. Inoltre, l’Italia è stata condannata dalla Corte di Giustizia Ue per non aver recuperato 295 milioni di aiuti di Stato concessi all’Alcoa sotto forma di tariffa agevolata per l’elettricità”.

Per il segretario della Camera del lavoro del Sulcis Iglesiente Roberto Puddu, “è una tappa importante per la nostra vertenza, che segna il riavvio in maniera forte della mobilitazione, ed è bene che si sappia, una volta per tutte, che l’alluminio non interessa solo il territorio ma l’intero paese. Per questo motivo chiediamo chiarezza al Governo”.

”Il Governo più volte si è espresso sulla vertenza – sostiene Roberto Forresu, segretario della Fiom – bene, domani chiederemo risposte concrete. Soprattutto chiare dato che non c’è più tempo da perdere”. L’esponente della Fiom va anche oltre. ”Noi non stiamo andando a chiedere gli ammortizzatori sociali ma il riavvio della fabbrica questa è la nostra richiesta e la nostra posizione. Abbiamo chiesto che si seguisse il modello francese. Domani vedremo cosa ci diranno”.

Dello stesso avviso Renato Tocco, Rsu Uil che non nasconde la preoccupazione per il futuro. ”Ci sono famiglie, soprattutto degli appalti, in difficoltà economica, adesso il governo ci deve dare una risposta chiara e seria”.

Categorico Rino Barca, segretario regionale e provinciale della Fsm. ”Stiamo andando a Roma per riscattare il credito del 27 marzo 2012, adesso è necessario che il Governo si attivi perché ci sia la cessione dell’impianto. Siamo determinati a cercare di far ragionare il Governo perché questa partita non può finire così. Anche le imprese che si occupano degli appalti stanno attivando le procedure per i licenziamenti collettivi. È necessario che arrivi un segnale di svolta veramente forte”.

Così Franco Bardi della Fiom Cgil, responsabile per il settore dell’alluminio: “E’ necessario che il Governo cambi strategia. Questo andremo a chiedere domani all’incontro del Mise”. Bardi aggiunge: “Ci spiace ammetterlo, ma a distanza di quasi un anno l’unica politica venuta fuori è stata quella di lasciare in mano alla multinazionale americana le sorti dello stabilimento. Le trattative per la sua cessione non hanno prodotto alcun risultato: lo dimostra la nuova apertura della procedura della mobilità per circa 500 lavoratori. A questo punto è fondamentale che il Governo abbandoni il suo atteggiamento da spettatore assumendosi direttamente la responsabilità di trovare un nuovo azionista”.

Daniela Piras, segretaria territoriale Uilm, dice: “Noi abbiamo un dubbio, non abbiamo ancora capito quali sono le intenzioni del Governo, non dell’Alcoa, che pensiamo non abbia voglia di cedere la fabbrica. Domani ci attendiamo che il Governo, dinnanzi alle controparti Alcoa e Klesch, chiarisca finalmente se il settore dell’alluminio è davvero strategico per il Paese come ha sempre dichiarato. In questo caso deve lasciare l’atteggiamento attendista che ha avuto fino ad oggi e diventare attore primario nella ricerca della soluzione”.

C. M.

Gli operai in partenza dal porto di Olbia

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