Sotto processo per terrorismo internazionale un 17 enne pakistano residente a Olbia resterà in Italia. Anzi, proprio in Sardegna, nonostante la richiesta di espulsione del questore di Sassari. A cui, però, si è opposto il Tribunale dei minori. La notizia si legge nelle pagine de Il Corriere della Sera. La vicenda è legata al processo in corso a Sassari in Corte d’Assise contro 11 pakistani sospettati di aver creato una cellula Al Quaeda a Olbia. E di aver partecipato, a vario titolo, ad alcuni attentati nel loro paese di origine: tra cui quello del 2009 a Peshawar dove morirono cento persone.
I sospetti cadono – in parte- sul padre del ragazzo (commerciante di casalinghi) che, però, non è indagato. A.F. – queste le sue iniziali – è nato in Pakistan nel 1998 e dal 2009 vive a Olbia. Gli viene contestato, però, di aver pubblicato alcune foto sui social network relative a un viaggio patria nel 2014. Immagini che lo ritraevano con un kalashnikov accompagnate da frasi inneggianti alla guerra in nome di Allah, poi subito rimosse.
Da qui il coinvolgimento e la richiesta di rinvio a giudizio per «addestramento ad attività con finalità di terrorismo internazionale» da parte della Procura per i minori. Poi la richiesta di espulsione del questore perché F. «sarebbe appartenente a gruppi etnici radicali, legati da solidi vincoli di obbedienza e fratellanza». A cui si è, però, opposto il Tribunale di minori. Con una motivazione semplice: è più probabile che il 17 enne diventi un estremista se espulso in Pakistan. Tra due mesi compirà 18 anni e si dovrà però esprimere un altro Tribunale.