Aggiungi un tablet o un pc a tavola: Natale nella Sardegna del lockdown

Smartphone accesi per aggiungere un posto a tavola. Virtuale ma significativo in tempo di Covid-19. Perché il Natale 2020 non è uguale agli altri: è in zona rossa, pesantemente condizionato dalla pandemia. Succede che figli o familiari siano distanti per motivo di studio o per lavoro e impossibilitati a tornare a casa; succede che le restrizioni con un numero limitato di commensali impediscano di ritrovarsi; si aggiungano i ristoranti chiusi. Il risultato è che per il pranzo di Natale, oltre alle tradizionali candeline o ai segnaposto, saranno sempre più presenti, come accessori da tavola, i dispositivi mobili: tablet, smartphone e portatili per farsi gli auguri in maniera virtuale attraverso videochiamate e collegamenti su varie piattaforme. Ed è questa la strada scelta da molti sardi per abbattere le distanze in un giorno speciale.

“Se fino ad ora, tenere acceso e distrarsi con un apparecchio digitale era considerato poco educato, adesso diventa necessario per poter condividere i momenti di festa – commenta Alberto Musa, biologo cagliaritano che debutterà con il suo Natale 4.0 -. Dalla preparazione degli arrosti alla lavorazione della pasta, dalla verdura da tagliare al prosecco da stappare: tutto si trasforma in un piccolo evento da celebrare seppur virtualmente”. Una rete condivisa di immagini da diverse parti della città ma anche del mondo. “Da Capitana, sul litorale di Quartu, ci collegheremo con il Canada, dove vive mio fratello con la sua famiglia – svela Hetty Lewis, canadese trapiantata a Cagliari da 30 anni con la sua famiglia -. Certo dovremmo tenere conto del fuso orario, ma l’importante è mantenere anche a distanza il calore e l’atmosfera natalizia”.

Ed è questo lo spirito con cui Daniela Ducato, l’imprenditrice green pluripremiata in Italia e nel mondo per il suo impegno a favore dell’ambiente e per le sue idee innovatrici, si prepara al Natale. “Quando due famiglie di parti diverse del mondo si incontrano perché i loro figli si uniscono per amore, anche le feste che solitamente non appartengono al calendario diventano occasione di condivisione – racconta  la pioniera del petrolio free -. E così, anche se lontane, con la mia consuocera Jin di Pechino festeggiamo insieme il nostro Natale e il loro Capodanno cinese, quest’anno forzatamente a distanza. Ma la tecnologia ci aiuta: prepareremo insieme i ravioli cinesi, dove il tablet scambia e unisce le immagini delle due cucine di Guspini e di Pechino. I ravioli cinesi cibo portafortuna e simbolo di accoglienza, accolgono e racchiudono nel loro ripieno ingredienti diversi, primo fra tutti il cavolo. Alla versione vegetale che faremo nei prossimi giorni di festa si aggiungono porro, carote, sedano e un poco di zenzero. È un rito collettivo – sottolinea Ducato – dove ognuno ha una mansione: chi fa il ripieno, chi il raviolo, chi realizza l’impasto. Anche se a distanza, ci sentiamo vicini. Loro parlano solo cinese, ma l’amore, l’affetto non hanno vocabolario, non hanno passaporto, non hanno confini. Ci capiamo grazie alle immagini e cucinare insieme crea un legame fortissimo dove, come dentro il raviolo, anche le nostre storie si mescolano insieme. Questo senso di comunione con il mondo è per me il Natale”.

A Longiano, rocca malatestiana sulle colline romagnole, sarà invece uno streaming internazionale a segnare il Natale 2020, con un collegamento multiplo a partire dalla Sardegna, dove vive parte della famiglia. “Ci sentiremo tutti attorno alla stessa tavola, sebbene online, da Longiano, Cagliari, Cesena e Strasburgo – annuncia Gregorio Reggiani, psichiatra -: accenderemo più monitor contemporaneamente per riunirci tutti, anche se virtualmente. E sembrerà quasi come abbracciarci di nuovo”. (Maria Grazia Marilotti/Ansa)

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