Una cena in cambio di un lavoro grafico: dall’isola il coro dei #CoglioniNo

Polemiche sul concorso per la creazione di un logo.

Quanto vale il lavoro di un grafico professionista? Ci sono due scuole di pensiero: c’è chi paga migliaia di euro per avere un logo originale e chi invece crede che l’impegno intellettuale non valga più di un invito a cena. Della seconda scuola fa parte (o meglio faceva , come vedremo) l’Associazione Ristoratori di Alghero che pochi giorni fa ha lanciato un concorso per grafici e creativi: una cena per quattro come compenso per ideare logo e immagine coordinata dell’associazione ARA. E non un logo qualunque, ma un lavoro unico e originale, esteticamente efficace e ben riconoscibile.

In un primo momento in tanti hanno creduto all’ennesima provocazione di “Freelance si, #CoglioniNO”, campagna virale che denuncia lo sfruttamento dei creativi freelance e la scarsa considerazione per i lavori intellettuali sul mercato. E in effetti anche l’associazione algherese non offriva soldi ma visibilità ed esperienza da aggiungere in curriculum, esattamente come le scenette raccontate dal collettivo Zero che ha ideato i video #CoglioniNO.

Ma è tutto vero, nessuno scherzo e nessuna provocazione: l’avviso, pubblicato da diversi quotidiani del nord Sardegna, è pensato per giovani creativi italiani e internazionali under 40. Ed ecco il “premio” per il lavoro migliore: una cena gratis per quattro persone da utilizzarsi tra i ristoranti associati, ovviamente algheresi, “garantendosi in ogni caso la possibilità di inserire il logo nel proprio portfolio”. E ci sono anche premi di consolazione per chi ha partecipato senza aggiudicarsi la vittoria: al secondo classificato arriverà una cena per due, al terzo sei bottiglie di vino, mentre il quarto e il quinto si dovranno accontentare di 10 euro da spendere in ristorante.

In tutto il bando di concorso c’è però un altro punto che non torna: l’iniziativa, secondo quanto riportato nell’avviso, sarebbe stata avvallata dal Dipartimento di Architettura, Design e Urbanistica di Alghero. “Il nostro Dipartimento non c’entra niente – ha dichiarato ieri il direttore Arnaldo Cecchini come riporta il quotidiano Buongiorno Alghero– né io né gli organi di governo ne siamo stati informati e non avremmo avallato un’iniziativa del genere: collaboriamo con entusiasmo con le associazioni e le realtà produttive della città, ma discutendo il modo e le forme con attenzione, parola per parole e rispetto per chi lavora; di rispetto in quella proposta non ne trovo. Noi abbiamo un nome e una faccia, ci appartiene nessuno è autorizzato a usurparla e a usarla senza la nostra autorizzazione”.

Nel frattempo il bando dell’Associazione Ristoratori di Alghero ha ricevuto una valanga di critiche pesantissime da parte di tanti creativi freelance che, richiamando l’etichetta #CoglioniNo, parlano di speculazione, ignoranza nel campo della comunicazione, mancanza di rispetto per l’impegno intellettuale e premi a dir poco esilaranti.

Ma quanto vale un logo con queste caratteristiche? “Non c’è un costo fisso, in generale si studia un preventivo in base al piano di comunicazione – sottolinea Francesco Adamo, grafico cagliaritano professionista – il logo per una attività sconosciuta che lo utilizza solo in qualche volantino avrà un costo inferiore rispetto a quello di una grande azienda che andrà su riviste di settore e comunicazione massiva. Per come la vedo io, un lavoro come quello richiesto dall’ARA non vale meno di mille euro”. Sulla modalità “concorso” interviene un altro professionista, Alessio Massidda: “Sono tanti i freelance che partecipano a contest anche on line, ma in genere si vincono premi in denaro. Personalmente non parteciperò a questo bando, la vincita mi sembra piuttosto scadente rispetto al lavoro richiesto”.

Dopo tre giorni di polemiche oggi arriva la risposta dell’Associazione Ristoratori di Alghero con relative scuse: il bando è stato frainteso perché mal scritto, l’iniziativa era pensata solo per gli studenti e poi è stata estesa a tutti ma non ai professionisti. Insistono però sulla collaborazione con il Dipartimento di Architettura: “Non citiamo collaborazioni senza previa autorizzazione degli interessati, siamo pronti a documentare il tutto”.

Rispondono poi ai commenti al vetriolo pubblicati a decine sul web: “La cattiveria e le infamie scritte sui blog a carico di ristoratori e dei rappresentati delle varie classi operative nel settore della ristorazione, sono un’insulto che va ben oltre il fraintendimento di un bando. L’associazione nasce senza scopo di lucro, gli obbiettivi sono di promozione turistica, e sostenibilità dell’economia locale messa in ginocchio dal momento storico. La campagna mediatica intrapresa dai creativi a difesa dei loro talenti viene da noi condivisa, e supportata, ma chiediamo che il rispetto sia reciproco. L’associazione – conclude la nota – si scusa con tutte le persone e le aziende che si sono sentite offese ribadendo che non si voleva in alcun modo sminuire o screditare il lavoro di nessuno”.

Francesca Mulas

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