Dodici scatti che ritraggono le famiglie accolte nell’isola all’interno del progetto Sai, il Sistema accoglienza integrazione adottato dall’Unione dei comuni del Marghine. Si intitola “Il mondo in comune” il calendario con le foto di Roberto Satta (e progetto grafico di Daniele Conti) in alcuni dei luoghi simbolo del territorio.
Un progetto che conta su una serie di iniziative portate avanti sul territorio del Marghine, dal 2021 a oggi, dalla cooperativa sociale Il Sicomoro: vitto, alloggio, assistenza materiale e psicologica, ma anche percorsi di istruzione per facilitare l’inserimento lavorativo, con tanto di baby parking dove a prendersi cura dei loro piccoli mentre i genitori sono a scuola sono gli operatori sociali.
Di questi temi si è parlato a Macomer durante un incontro di sensibilizzazione. Infatti, dopo l’apertura di un centro d’accoglienza proprio a Macomer, un secondo è stato aperto quest’anno a Birori, indice questo di una crescente attenzione i temi dell’accoglienza. Tra i due centri sono ospitati in tutto 26 rifugiati (di cui 10 bambini), provenienti da Costa d’Avorio, Tunisia, Camerun, Nigeria e Cuba.
“Progettare e gestire percorsi di accoglienza delle persone migranti significa ascoltare, comprendere e accompagnare il singolo individuo, il singolo nucleo, nel lungo e delicato percorso di inclusione nella comunità di accoglienza”, racconta Stefania Russo, responsabile della cooperativa Il Sicomoro, che gestisce il progetto: “Nel contempo, proprio perché il fenomeno migratorio incide profondamente sui sentimenti collettivi e individuali, il Progetto SAI propone azioni di sensibilizzazione ai temi dell’accoglienza e incontro in favore della comunità locale che accoglie. Dopo Macomer anche Birori ha deciso di aprirsi all’accoglienza e il nostro auspicio è che anche gli altri comuni del Marghine seguano l’esempio”.
L’obiettivo secondo il presidente dell’Unione Comuni del Marghine Francesco Scanu, è anche far capire che per il territorio la presenza dei migranti è fonte di arricchimento: “Sono donne, uomini e bambini, portatori di identità culturali, linguistiche, sociali e religiose spesso molto differenti rispetto alla comunità accogliente. Il progetto offre loro l’accoglienza abitativa, il supporto legale e psicologico, il supporto alla genitorialità e l’accompagnamento alla inclusione socio-lavorativa. In una zona della Sardegna che soffre di un progressivo calo demografico avere con noi queste persone può essere vincente e loro hanno già manifestato l’idea di restare, se dovessero aprirsi delle opportunità lavorative”.
La giornata è stata arricchita dalla presenza del Teatro Alkestis che ha portato in scena il reading “Il mondo in comune”, un breve spettacolo poetico a favore del dialogo tra i popoli e sul valore della diversità, con in scena Sabrina Mascia e Andrea Meloni che ha curato anche la regia.
Il ricavato della vendita del calendario servirà a sostenere l’Integreat Center di Sarajevo che, spiega la fondatrice del centro, Sanela Leprica, “fornisce un aiuto urgente alle persone al di fuori dei centri di accoglienza in Bosnia-Erzegovina, nonché assistenza sistematica e a lungo termine attraverso un programma di integrazione economica e inclusione sociale. Il Centro si avvale solo dell’aiuto volontario e del sostegno dei donatori”.